Pur essendo stato presente in tutte le scelte dell’Italia in cui è stata coinvolta la fisica alla base degli studi, Franco Prodi ritiene di essere ignorato. Il professore, uno dei fratelli dell’ex premier, è uno dei più noti studiosi di fisica dell’atmosfera. Ordinario di Fisica dell’Atmosfera all’Università di Ferrara dal 1987 al 2010, è libero docente di Meteorologia, titolo che ha conseguito quando esisteva, visto che è stato abolito nel 1971. Negli ultimi anni è stato spesso protagonista di confronti serrati per le sue posizioni a dir poco scettiche sull’origine del tutto antropica dei cambiamenti climatici. In altre parole, il riscaldamento globale non dipende solo dall’uomo. Posizioni per cui si è speso più volte. «Vi sono dei momenti, nelle vicende di un Paese, nei quali chi ha avuto responsabilità, e vede che si prendono strade sbagliate, sente il dovere di fare presente il pericolo, anche correndo il rischio di non essere compreso».



Ma pur essendo stato attivo, sente di essere «perdente, perché il Paese ha scelto altre strade». Franco Prodi ne parla al Corriere della Sera, spiegando che la materia di sua competenza è alla base della meteorologia, «con i relativi rischi (alluvioni, frane, precipitazioni distruttive, siccità), e sue applicazioni nelle diverse attività economiche» e come sia «coinvolta nella diffusione delle epidemie per aerosol».



FRANCO PRODI “POLITICA IGNORA LE ISTITUZIONI SCIENTIFICHE”

La meteorologia, sottolinea il professor Franco Prodi, è «ora alla base della comprensione del sistema clima», in quanto i processi studiati «determinano l’equilibrio dei due flussi fotonici, quello solare in arrivo e quelle infrarosso, terreste, in uscita». Ma questa competenza è stata mal interpretata, secondo l’esperto. «In tutte le scelte del Paese nelle quali questa fisica è stata coinvolta io sono stato presente, anche da giovane ricercatore, con precise responsabilità, attivo, ma perdente, perché il Paese ha scelto altre strade». A prescindere da divergenze e incomprensioni, Prodi ora rilancia poiché «la situazione ha raggiunto un livello inaudito di gravità, anche europeo e mondiale, sul tema dei cambiamenti climatici, con la serie delle COP (ora alla 28sima) dell’IPCC e l’affermazione del 98% della responsabilità antropica del riscaldamento globale».



Il professor Prodi ribadisce al Corriere della Sera la sua posizione critica e la presa di distanza delle istituzioni dalle sue tesi sul clima: «C’è un Paese che ignora le proprie istituzioni scientifiche, accetta il green deal e la conseguente conversione energetica in maniera acritica». Prodi parla di «una crisi profonda nel rapporto fra politica e scienza, almeno in questo settore». Infine, profetizza «una deriva foriera di guai su clima ed energia».