L’uomo non incide sul clima al 98% e la transizione energetica entro il 2030 è una “strada molto pericolosa”. La voce fuori dal coro è quella di Franco Prodi, fisico e studioso di fisica dell’atmosfera che a La Verità racconta anche la sua battaglia contro il pensiero unico, come quello della Cop27 e più in generale delle Conferenze delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che peraltro a detta dello scienziato non produce miglioramenti. “Sono forum di contatto tra Nazioni Unite e alcuni scienziati”, spiega nell’intervista. Ma la scienza procede diversamente, con gli studi scientifici da pubblicare su riviste internazionali riconosciute che fanno il peer review, la cosiddetta revisione. Poi si può procedere con le conferenze ufficiali, seguendo secondo Franco Prodi associazioni scientifiche formali come Associazione internazionale di geodesia e geofisica che è associata alla International Association of meteorology and atmospheric physics.
Lo scienziato con altri colleghi ha firmato un documento per discutere dei problemi climatici. La conclusione è che in realtà non c’è emergenza climatica. “Abbiamo convenuto che fosse da arginare questo pensiero unico, formatosi nel frattempo, di un’emergenza climatica”. Quella che sta attraversando la Terra per loro è solo un ciclo, uno dei tanti che ha conosciuto il nostro pianeta nella sua storia. Il loro lavoro, evidentemente in controtendenza, è importante per Franco Prodi anche per spingere le autorità a considerare che “colpevolizzare al 100% l’uomo per l’aumento della CO2 non è scientificamente accertato”.
“ALLARMISMO SU CLIMA? CI SONO INTERESSI FINANZA”
Non si tratta di voci isolate. Infatti, Franco Prodi ha evidenziato l’eco internazionale della loro petizione: l’associazione Clintel, che vanta oltre 1.500 scienziati, ha condiviso la loro cautela riguardo l’emergenza climatica. “Io non nego che un cambiamento antropico ci possa essere, ovvero che in qualche misura l’uomo possa incidere sul clima, ma quantificare la responsabilità umana al 98% è assolutamente fantasioso e non basato su risultati scientifici”, ribadisce nell’intervista a La Verità. Inoltre, ritiene che per il clima non vadano bene i modelli, utili invece nel campo della meteorologia. Eppure, è sui modelli che i politici basano le loro mosse. Inoltre, ci sono aspetti che non vengono analizzati correttamente in questi modelli: immissione della CO2, l’attività dei vulcani e il calore che proviene dall’interno della Terra. Cosa c’è allora dietro questo allarmismo generale? Franco Prodi si è fatto un’idea: “Ci sono interessi della finanza internazionale e di gruppi di pressione che vogliono cambiare la produzione industriale, per esempio le auto elettriche”. Ne parla il professor Alberto Prestininzi in un libro in cui analizza retroscena mondiali, ma Franco Prodi preferisce non entrare nel merito, preferendo invece il confronto scientifico che però non c’è stato. “Per ora ci è stato negato. Ci sono stati negati incontri con il presidente Draghi e con il presidente Mattarella”.
IL PENSIERO UNICO E LA TRANSIZIONE PERICOLOSA
Franco Prodi sostiene di aver vissuto sulla sua pelle gli effetti di questo pensiero unico. “Ha prodotto su di me – uso la parola che va usata – vere e proprie persecuzioni”, dice a La Verità. Ad esempio, lui che ha creato l’area di ricerca del Cnr di Bologna dal 1985 al 1993 e ha diretto il maggior istituto di fisica dell’atmosfera in Italia per 20 anni ora non può più entrare in quell’area e ha dovuto abbandonare i laboratori sperimentali che ha creato. Lancia poi un avvertimento sulle ricerche, che possono essere influenzate tramite i fondi. Il clima, comunque, non si può dominare per il fisico: “Dire che la temperatura glpbale si alzerà di 1,5 gradi entro il 2050 non ha senso: sarebbe possibile solo se si fosse compreso veramente il sistema climatico nella sua interezza con le sue basi fisiche”. Potrebbero invece essere utili le missioni spaziali orientate alla risposta sul clima. Nel frattempo, bisogna fare attenzione “alla riduzione dell’inquinamento e alla tutela dell’ambiente planetario”. Se l’inquinamento è misurabile, per il riscaldamento non è chiaro se abbia motivi naturali o sia colpa dell’uomo. Quindi, le Nazioni Unite per Franco Prodi dovrebbero preoccuparsi “della tutela dell’ambiente e di un uso dell’energia compatibile con le risorse fossili esistenti”. Dunque, anziché pretendere di tenere a bada il riscaldamento globale, bisognerebbe tutelare il pianeta visto che ha superato 8 miliardi di individui. Infine, Franco Prodi boccia la transizione ecologica, “perché le fonti di energia rinnovabile, escluso l’idroelettrico, hanno fortissime limitazioni”. Così però l’Europa ha intrapreso una strada “molto pericolosa per il lavoro e per l’economia”. Quindi, non bisogna porsi obiettivi irraggiungibili e dannosi per l’economia.