Lutto nel mondo del cinema: è morta Francoise Arnoul, attrice originaria della Francia. Soprannominata la “Venere tascabile”, visto che era piccola e graziosa, è deceduta oggi a Parigi all’età di 90 anni, sopravvivendo ad una lunga malattia. Come ricorda l’edizione online di Repubblica, è stata la musa di Jean Renoir ed Herni Verneuil, ed era nata in Algeria, figlia d’arte, essendo sua mamma un’attrice di teatro, Janine Henry, mentre suo padre era un militare, generale dell’artiglieria Charle Gautsch. Mentre il padre era impegnato in varie campagne militari in Marocco, la famiglia lasciò il nord Africa per trasferirsi a Parigi nel 1945, verso la fine della seconda guerra mondiale.



Con il trasferimento in Europa e in Francia, Francoise Arnoul divenne popolare e negli anni ’50 era considerata un sex symbol anche per via delle varie commedie, alcune musicali, più o meno piccanti che la stessa ha interpretato, e una serie di film noir in cui ha recitato fra cui Il letto di Henri Decoin, Il frutto proibito di Henri Verneuil, Le compagne della notte, Il dormitorio delle adolescenti di Decoin, I vinti di Michelangelo Antonioni, Rabbia in corpo di Ralph Habib, Delirio di Pierre Billon e Giorgio Capitani.



FRANCOISE ARNOUL, GLI ANNI ’60 E L’IMPEGNO POLITICO

Nel 1954 ottenne anche una parte in French cancan di Jean Renoir, e girò in seguito anche cinque film con Verneuil fra cui Il montone a cinque zampe e Gli amanti del Tago. Durante gli anni sessanta lavorò con Julien Duvivier e Michel Deville, ma poco prima degli anni ’70 iniziò ad attivarsi dal punto di vista politico, sindacale e sociale, soprattutto in difesa dei diritti delle donne (mentre il cinema la “sostituiva” con Brigitte Baordot, altra bellissima).

Per quanto riguarda la sua vita privata, Francoise Arnoul si sposò due volte, una prima nel 1956 con il pubblicitario Georges Cravenne, da cui si separò nel 1960, quindi nel 1964 il matrimonio con il regista e scrittore francese Bernard Paul, che morì poi nel 1980. Non ebbe mai figli. Nel 1997, quando fu chiamata a presiedere la giuria del Festival di Cannes, disse: “Il tempo che passa non è mai tempo perso perché ogni secondo succede qualcosa”.