Lui è Frank Chamizo, campione indiscusso della lotta libera italiana, medaglia d’argento agli ultimi Mondiali del 2019. Un campione, potremmo dire meglio un fuoriclasse, con un palmares di tutto rispetto con la nostra nazionale, con due Mondiali già all’attivo a Las Vegas 2015 e Parigi 2017. In precedenza, un bronzo mondiale con la nazionale cubana sempre ai Mondiali nel 2010 prima di prendere la cittadinanza italiana nel 2015. Soprattutto anche un bronzo alle Olimpiadi di Rio 2016 con l’Italia. Tanti successi quindi per questo atleta che fa parte dei Gruppi sportivi dell’Esercito Italiano, che punta all’oro olimpico di Tokyo 2020. Tante vittorie per di più in categorie diverse della lotta libera che dimostrano tutto il suo valore. Frank Chamizo è un campione multietnico, che fa parte ormai del nostro paese a tutti gli effetti. Sentiremo presto di nuovo parlare delle sue imprese, il Giappone l’attende per farci sognare ancora… Abbiamo sentito proprio Frank Chamizo in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.
Argento ai Mondiali: hai qualche rimpianto o va bene così? No, va bene così, non posso che essere soddisfatto di questa medaglia d’argento. Del resto non posso lamentarmi perché avevo già vinto due Mondiali con l’Italia nel 2015 e nel 2017.
Stai già pensando alle Olimpiadi, speri finalmente di vincere l’oro a Tokyo nel 2020? Sicuramente il mio principale obiettivo è vincere l’Olimpiade di Tokyo, conquistare la medaglia d’oro.
L’esperienza di Rio che cosa ti ha dato, sia dal lato sportivo sia umano? Sono rimasto deluso per aver perso la semifinale dal punto di vista sportivo. Devo dire che partecipare ai Giochi Olimpici però è sempre una cosa bellissima.
Quali saranno i tuoi avversari principali? Il russo Sidakov e lo statunitense Burroughs saranno i miei rivali principali all’Olimpiade.
Nella tua carriera hai cambiato diverse categorie: come si affrontano sfide sempre nuove? Diciamo che dopo aver ricevuto la squalifica quando facevo parte della nazionale cubana per non essere rientrato nella categoria dei 55 kg ho sempre lottato col peso cambiando anche diverse categorie. L’ho fatto sempre nella maniera giusta e ideale.
Qual è la tua metodologia di allenamento, il tuo modo per far tutto questo? Bisogna sempre lavorare sulla forza, sui pesi, sui muscoli, una cosa che ti permette di passare proprio da una categoria a un’altra.
Come hai iniziato a fare lotta a Cuba, ci puoi raccontare i tuoi inizi in questo sport? E’ una cosa che mi hanno chiesto spesso in tanti. A 7 anni sono scappato di casa e mi sono ritrovato davanti a una palestra. Sono entrato e ne sono rimasto affascinato. Mi sono detto che questa cosa era proprio per me. Poi quando sono tornato a casa ho preso un po’ di botte per questa mia fuga!
Ci puoi raccontare qualche aneddoto della tua carriera, magari il più bello? Il più bello è aver vinto il Mondiale a Las Vegas nel 2015 dopo la squalifica che avevo avuto con Cuba. Una grande soddisfazione.
Ti senti ormai legato al nostro paese? Assolutamente sì. Peraltro, dal 2015 sono un atleta militare del Centro Sportivo Esercito, che ringrazio per il prezioso sostegno che mi consente di gareggiare ad alti livelli.
Cubano-italiano, una famiglia multietnica: che significato ha questo per te? Mi sento italiano, ma è sicuramente bello per il significato che ha far parte di una famiglia multietnica. Una cosa molto positiva in tutti i sensi.
Hai dei sogni che vorresti realizzare a livello sportivo e umano? Vorrei vincere le Olimpiadi naturalmente, poi sarebbe bello che finalmente gli sport cosidetti “minori” avessero più spazio in Italia, se ne parlasse ancora di più…
Quali sono i tuoi hobby, le tue passioni, cosa fai nel tempo libero? Mi piace andare al ristorante, mi piace molto la cucina italiana, il piatto che preferisco: i tagliolini al tartufo!
Vorresti diventare ambasciatore di questo sport nel mondo, dopo la fine della tua carriera? Per il momento non so ancora cosa farò dopo la fine della mia carriera, non ho ancora deciso niente.
Meglio pensare solo all’oro di Tokyo 2020 e magari quello di Parigi 2024… In realtà l’anno prossimo avrò 28 anni, ma sarebbe sicuramente molto bello che questa cosa si avverasse… (Franco Vittadini)