C’è una crepa in ogni cosa ed è da lì che passa la luce”. Quando sei nel buio più profondo, nella disperazione più totale, può accadere qualcosa di talmente inaspettato da lasciar passare quella luce. Per Frank Simmonds, un afroamericano di New York tossicodipendente, giunto al livello più basso, il crack che ti brucia ogni neurone del cervello, succede quando qualcuno lo invita a casa di una amica per il giorno del Ringraziamento. Lei è Rita, quel giorno Frank la guarda e scoppia a piangere: “È passato tanto tempo da quando qualcuno mi ha invitato da qualche parte”, ha detto. “Significa davvero molto per me, grazie di cuore. Sono molto commosso, ma non posso accettare l’invito”. Se ne va, scende per strada con i pochi soldi che aveva, compra del crack ma non ne ha abbastanza, vuole altra droga. Voleva farla finita.



Da anni viveva in un buco per la strada. Voleva derubare qualcuno ma a quell’ora non c’era nessuno in giro, si era venduto cappotto, scarpe, sedeva per terra, era novembre e faceva freddo. Ha visto avvicinarsi un sacerdote e ha pensato di derubarlo. Ha deciso che se il sacerdote fosse passato e non gli avesse detto nulla lo avrebbe lasciato andare, altrimenti lo avrebbe derubato. Il sacerdote si è avvicinato, si è rivolto a Frank e gli ha detto: “Ragazzo, se pensi che Dio verrà e scenderà con te nel fosso non lo farà. E sai perché? Perché è santo. Ma se tendi la mano, Egli ti tirerà fuori”. Infuriato, Frank è corso dietro al sacerdote ma girato l’angolo non c’era più nessuno. Una visione? Sono parole che racconta oggi la moglie di Frank Simmonds in un libro in cui racconta la loro storia, Convicted by Mercy: The Journey of Frank Simmonds from the Streets to Sanctity.



LA STORIA DI FRANK SIMMONDS “DIO LO HA CAMBIATO”

In quel momento” dice Rita in una intervista rilasciata al sito Aleteia “Frank ha capito che era caduto troppo in basso, voleva suicidarsi”. Ma poi prima di gettarsi sotto a un treno ha detto a Dio: “Ma se mi salvi da quello che sto per fare Ti servirò per il resto della mia vita”: non ha nemmeno riconosciuto la sua voce. Ha visto una cabina del telefono e si è ricordato che una volta qualcuno gli aveva dato un numero da chiamare nel caso avesse avuto problemi. Lo ha digitato e ha detto che stava per saltare davanti a un treno. L’uomo dall’altro lato del filo ha promesso che sarebbe arrivato in quindici minuti. “Dieci o salto”, ha detto Frank. Quell’uomo è arrivato in otto minuti e la vita di Frank è cambiata”.



Ha sposato Rita, hanno avuto due figli, è diventato responsabile del movimento di Comunione e Liberazione di New York. “Abbiamo iniziato come amici. All’epoca si era liberato dalle droghe, lavorava e viveva in una residenza. La mia vita ha iniziato a crollare e ho avuto dei problemi, ma Frank è sempre stato molto gentile e comprensivo. Quando mi sentivo piena di vergogna è stato misericordioso, e non mi ha mai fatto provare a rispettare qualche standard. La sua amicizia mi ha commossa. Non mi chiedeva mai niente, ed era molto rispettoso. Col passare del tempo, mi sono resa conto che mi piaceva stare con lui. Era una persona così forte, intelligente e divertente… Viveva per qualcosa” racconta Rita.

Nel 2012 a Frank viene diagnosticato un tumore: “Non gli piaceva soffrire, si sforzava molto per riprendersi, prendeva tutte le medicine, ma guarire era impossibile. Era addolorato per il fatto di non poter crescere i suoi figli, e credo che abbia offerto quella sofferenza per la sua famiglia. Posso dire che è stato un uomo felice e realizzato, e ha mantenuto la sua offerta. È stato Cristo nella Sua umanità a cambiarlo”. Frank è morto, prima di andarsene ha detto: “Sono un uomo cambiato”. C’è una crepa in ogni cosa, ed è da lì che passa la luce.