TIMMERMANS ABBANDONA LA COMMISSIONE UE: “MI CANDIDO IN OLANDA”

«Ad agosto vedremo quale sarà l’esito, chi sarà il leader del partito. Fino ad allora rimarrò commissario europeo»: così Frans Timmermans, vice presidente della Commissione Ue, annuncia di abbandonare Bruxelles per candidarsi alle prossime Elezioni Politiche in Olanda dopo le dimissioni e la caduta del Governo Rutte IV. Ad un anno dalle Europee lascia il commissario che ha ideato e “architettato” il Green New Deal della Commissione Von der Leyen, punto di riferimento dei socialisti europei con una spiccata “simpatia” per l’Italia e di contro una profonda “antipatia” per il Centrodestra italiano.



Timmermans aspira alla guida della coalizione Partito del Lavoro (PvdA) e dalla Sinistra Verde (GroenLinks) nei Paesi Bassi, sfruttando anche il fatto che il liberale Rutte non si presenterà per una quinta guida consecutiva ad Amsterdam. «È tempo per noi di crescere insieme. Nella società e nella politica. Dobbiamo risolvere problemi come il cambiamento climatico, questo può essere fatto solo se rimaniamo uniti», rileva ancora Timmermans aggiungendo che la sua scelta è legata alla possibilità di «sistemare tutto ciò che è andato storto con il governo. È giunto il momento per noi olandesi di avvicinarci invece che separarci. Dobbiamo garantire che i Paesi Bassi riacquistino fiducia in sé stessi».



CHI È FRANS TIMMERMANS, L’ARTEFICE DEL GREEN DEAL SENZA GRANDI SIMPATIE IL GOVERNO ITALIANO

Socialista, tifoso della Roma, ambientalista spiccato negli ultimi anni, poliglotta e in lite perenne a distanza con praticamente tutti i leader del Centrodestra italiano ed europeo: Frans Timmermans abbandona la “nave” della Commissione Ue dopo aver ottenuto negli scorsi giorni il via libera alla legge sul ripristino della natura, considerata cardine del progetto Green New Deal Ue ottenuta però con pochissimi voti di scarto e di fatto rompendo l’asse della “maggioranza Ursula” in quanto il PPE vota ormai stabilmente contro le politiche green.



In Italia però in questi ultimi anni lo abbiamo imparato a conoscere sotto la veste esclusiva del responsabile di tutte le politiche ambientaliste tese a “investire” sulle battaglie contro il cambiamento climatico dei vari Greta Thunberg & Co. Dalla direttiva sulle case green allo stop dei motori endotermici (benzina e diesel) entro il 2035: e poi ancora, il ripristino della natura incontrollata al posto delle coltivazioni, la richiesta di condannare per “negazionismo climatico” chiunque non la pensi come l’ecologia politicamente corretta dominante. In sostanza, Timmermans rappresenta quanto nelle prossime Elezioni Europee i cittadini italiani ed Ue dovranno confrontarsi sull’esito di questi 5 anni di maggioranza Von der Leyen: essere favorevoli alle “eco-politiche” (per alcuni, detrattori, “eco-follie”) o profondamente contrari. «Non ci mancherà. Quanti danni ha fatto questo signore, contiamo che gli elettori olandesi lo trattino come merita», è la reazione del vicepremier Matteo Salvini alla candidatura di Timmermans, gli fa eco il collega ministro delle Imprese Adolfo Urso «Qualunque sia la scelta degli elettori, la candidatura di Timmermans alle elezioni nei Paesi Bassi è comunque una bella notizia per l’Europa, perché il commissario dovrà prendersi un congedo, speriamo lungo, come prescrive il codice di comportamento. Peraltro, le sue esternazioni erano già da tempo più consone a un candidato politico, che a un commissario europeo». Ombre sono poi state gettate in questi mesi sull’opera di Timmermans per “convincere” – secondo alcuni parlamentari Ue, “ricattare” – gli eurodeputati in merito alle leggi del Green Deal: «se non sei a favore del pacchetto green, allora sei contro l’ambiente». Ecco chi è e chi rischia di essere anche per l’Olanda, il “talebano del clima” Franciscus Cornelis Gerardus Maria, detto Frans, Timmermans.