Paola Frassinetti, sottosegretaria all’Istruzione, ha commentato in una intervista a Libero Quotidiano il ritorno dei giudizi sintetici nelle pagelle della scuola primaria. L’obiettivo è quello di essere esaustivi nei confronti delle famiglie. “Non siamo tornati al passato e non abbiamo nemmeno fatto un blitz. Semplicemente abbiamo ascoltato docenti e genitori che ci hanno chiesto di avere per i loro figli giudizi chiari e comprensibili”, ha spiegato.



Il rischio infatti è che indorando eccessivamente la pillola, i genitori e i bambini stessi talvolta non si rendano conto del rendimento. Spesso se questo è negativo. “Non è questione di buonismo. Noi pensiamo che nascondere i giudizi non sia propedeutico alla crescita. La scuola primaria deve continuare ad essere inclusiva e a non lasciare indietro nessuno. Per questo se uno studente prende un insufficiente in pagella deve essere aiutato a rimediare. Nel contempo spieghiamo ai ragazzi che la vita è fatta anche di difficoltà che bisogna affrontare e superare”, ha aggiunto l’esponente del Governo di Giorgia Meloni.



Frassinetti: “Voti danno dignità a scuola”. L’importanza per la crescita

Il lavoro che il Ministero dell’Istruzione e del Merito sta compiendo in questi mesi è consistente e non riguarda esclusivamente la riforma dei voti nelle scuole primarie. “L’obiettivo principale di questa prima fase è stato quello di delineare una scuola dove l’insegnante possa ritrovare l’autorevolezza del suo ruolo. Si legge così sia l’aumento degli stipendi per i docenti, sia l’inasprimento delle pene per chi li aggredisce. In egual misura sarà importante rimettere l’educazione civica quale materia di studio”, ha riassunto la sottosegretaria Paola Frassinetti.



La strada però è ancora lunga e genitori ed educatori non sono esenti dal percorrerla insieme all’esecutivo. “Stiamo lavorando per rifondare il patto tra scuola e famiglie, con queste ultime che non devono minare l’autorità dei docenti. Senza dimenticare l’importante piano per combattere la dispersione scolastica, soprattutto nel Sud del Paese. Come è successo a Caivano”, ha concluso.