I fratelli Bianchi, ritenuti i presunti responsabile dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte a Colleferro, sono finiti un’altra volta nei guai. La loro “banda”, infatti, sarebbe finita al centro di un traffico di droga nella zona dei Castelli Romani, tanto che un loro amico, Andrea Cervoni (21 anni), ha ricevuto una condanna a tre anni di reclusione in carcere proprio nell’ambito di un’indagine inerente a un giro di estorsioni e di spaccio di cocaina nell’area tra Lariano e Velletri. Il giovane è stato punito per il suo coinvolgimento in questo giro di affari e per avere estorto un debito di venti euro a un ragazzo del luogo.



Le parole di quest’ultimo, che è stato anche massacrato di botte, sono state riportate dai colleghi di Fanpage.it: “Fanno i grandi in paese, intimoriscono tutti. Spadroneggiano, ma solo con gente come me, ossia con i più deboli”. Fra i loro clienti, in altri termini, regnava davvero un clima di paura folle, tanto che molti di essi, rintracciati in sede di indagine, non hanno voluto fare i nomi dei propri pusher, finendo per essere indagati con l’accusa di favoreggiamento.



FRATELLI BIANCHI ACCUSATI DI TRAFFICO DI DROGA: “ERANO MANDANTI DI SPEDIZIONI PUNITIVE”

L’indagine sul traffico di droga nell’area dei Castelli Romani, coordinata dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Velletri, ha portato alla luce una verità spaventosa, fatta di minacce e di violenze inaudite. Nel caso specifico sopra descritto, a fine giugno 2019 Marco e Gabriele Bianchi, insieme agli amici Cervoni e Omar Shabani avrebbero minacciato e picchiato il giovane di Lariano per un debito davvero esiguo e, contestualmente, avrebbero preso a botte anche il padre del ragazzo, che era intervenuto per difendere il proprio figlio. Fatti per cui i fratelli Bianchi sono già stati condannati, sottolinea Sky Tg24, a 5 anni e 4 mesi.



Inoltre, uno degli indagati avrebbe rivolto minacce al giovane: Sei un infame, tu e tuo padre, siete solo dei pezzi di m*rda… Avete torto marcio e andate pure a fa’ la denuncia infami… Morti de fame”. Il gip ha evidenziato che gli accadimenti sono “chiaramente indicativi di una spiccata capacità delinquenziale e di un’attività posta in essere in modo sistematico” e “denotano uno stretto collegamento con ambienti criminali di più alto livello”.