Sui fratelli Bianchi, in carcere con l’accusa di aver massacrato il giovane Willy Monteiro e attualmente a processo, si sono accesi i riflettori negli ultimi giorni per via di alcuni episodi legati ai genitori. Ad occuparsi del caso anche la trasmissione Ore 14 che ha posto l’accento sulle numerose ammiratrici di Gabriele e Marco Bianchi, i quali in carcere riceverebbero le loro lettere.



Ad intervenire su questo aspetto è stata la criminologa Roberta Bruzzone, che in collegamento con la trasmissione di Rai2 ha spiegato, senza grandi sorprese: “C’è una tipologia di parafilia, un disturbo dell’eccitazione sessuale, che si chiama ibristofilia e che porta un soggetto affetto a considerare eccitare un potenziale partner nella misura in cui si è consapevoli che abbia commesso atti atroci e crudeli”. Si tratterebbe di una condizione che affligge la mente di alcuni soggetti che hanno bisogno di sapere che dall’altra parte ci sono persone che hanno commesso determinati atti per potersi eccitare.



Fratelli Bianchi, la gelosia della fidanzata incinta di Gabriele

La fidanzata di Gabriele Bianchi, Silvia, attualmente incinta, avrebbe manifestato una folle gelosia nei confronti delle ammiratrici del compagno che scrivono in carcere lettere d’amore appassionate. “Sono schifose proprio”, le avrebbe scritto. “Volevo rassicurare la signora che è difficile che il compagno possa avere incontri di questo tipo”, ha commentato la Bruzzone leggendo le parole cariche di preoccupazione della donna, “se ne riparla tra 25 anni”.

Il secondo problema della famiglia Bianchi avrebbe a che fare con l’uscita della nuova serie di Suburra. “Si chiama il ritorno di Aureliano”, scrive ancora Silvia, la fidanzata di Gabriele, “non si può proprio chiamà”, in riferimento al nome del figlio. Bianchi, infatti, vorrebbe chiamarlo proprio Aureliano. “C’è un deserto delle emozioni che fa paura, un analfabetismo emotivo”, ha commentato Caterina Collovati rispetto ai dialoghi tra i due fidanzati. C’è poi anche la gelosia dell’uomo che la compagna possa incontrare un altro in sua assenza. A tranquillizzarlo ci pensa però la madre.