I fratelli Bianchi, Marco e Gabriele, freschi di condanna all’ergastolo per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, potrebbero ora incontrare anche qualche problema di troppo in carcere. Stando a quanto riporta Repubblica.it, non sarebbe da escludere che gli insulti e le minacce già subite nei mesi scorsi nel carcere di Rebibbia possano essere la conseguenza diretta di dinamiche ben criminali ben più ampie. A quanto pare infatti i ‘gemelli’ Bianchi sarebbero stati in contatto diretto con diversi ambienti criminali e la loro presenza potrebbe aver dato fastidio a più di qualche soggetto della malavita di Roma.
A parlare dei fratelli Bianchi, sarebbe stato uno dei nomi più temuti della malavita romana, Elvis Demce, albanese di origine, 36 anni, detto Spartaco ed ora in carcere per traffico di stupefacenti. Ad intercettare una sua conversazione sarebbe stata l’Antimafia di Roma. Dalle sue parole, secondo i carabinieri del Reparto Operativo “Nucleo investigativo”, pare proprio che i Bianchi avessero pestato i piedi ai boss delle principali piazze di spaccio romane.
I fratelli Bianchi nel mirino degli albanesi: vendetta in carcere?
I fratelli Bianchi sarebbero protagonisti di una intercettazione: “Stanno al G9 (reparto del penitenziario romano ndr), magari a pizzicarli”, avrebbero detto i sodali dell’albanese pensando di mandare da loro tale “Ciccillo”, detenuto nello stesso carcere. Una circostanza che andrebbe ad inserirsi in una conversazione sul controllo delle piazze di spaccio tra Prenestino, litorale Pontino, i Castelli Romani e Velletri.
Stando a quanto emerso dal quotidiano, nello specifico, Demce non accettava che i suoi affari potessero subire interferenze esterne. I Bianchi, da questo punto di vista, avrebbero ampiamente infastidito l’albanese: “Vedi mpò chi so ste spie di m*rda che spacciavano a casa nostra”, avrebbe ordinato ai suoi scagnozzi che di contro avrebbero commentato: “Mamma mia, so quei due down che hanno fatto i danni a colori co quel ragazzino che hanno ammazzato”. Nella trascrizione ripresa anche da Libero Quotidiano si legge ancora: “Sti cessi infami, hai visto che foto da coatti?”. Adesso il rischio è quello di una vendetta, almeno stando a quanto emerso dalle stesse intercettazioni: “Po esse che stanno co Ciccillo (un altro detenuto ndr)”, ricordando poi la fine fatta fare all’ultima persona che avrebbero ‘punito’.