Potrebbe aggravarsi la posizione dei fratelli Bianchi, i due ragazzi già in carcere con l’accusa di aver massacrato di botte, e ucciso, il povero Willy a Colleferro. Come scrive Repubblica, dalle indagini emerge il “potere” di Marco e Gabriele Bianchi, che pare avevano creato un clima di terrore ed omertà fra Artena e i Castelli Romani. “Spacciavano cocaina – scrive a riguardo il giornale – avevano contatti con alti livelli della malavita impegnata nel traffico di sostanze stupefacenti e quando c’era il minimo intoppo erano pronti a ricorrere alla violenza”, una situazione che andava avanti da diversi anni prima dell’uccisione di Willy, così come sostenuto dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Velletri, Muscolo, nelle motivazioni della sentenza con cui è stato condannato a tre anni di carcere, Andrea Cervoni, amico dei due fratelli.
Sembra che i carabinieri fossero sulle tracce dei due Bianchi da diverso tempo, e precisamente da quando un ragazzo di Lariano, che aveva con loro un debito di 20 euro, e il padre dello stesso, erano stati picchiati selvaggiamente. Come spiegato dal giudice Muscolo, diversi acquirenti di droga che sono stati ascoltati negli ultimi tempi dagli investigatori “in particolare coloro che avevano intrattenuto contatti con i fratelli Bianchi di Artena e soprattutto i soggetti che gravitavano nello stesso contesto sociale e territoriale di Artena, contrada Colubro, rendevano dichiarazioni palesemente reticenti, manifestando timore per la propria incolumità”.
FRATELLI BIANCHI, LA TESTIMONIANZA CHOC DI PADRE E FIGLIO PICCHIATI
A riguardo è emblematica la testimonianza del ragazzo che fu vittima del pestaggio a Lariano assieme al padre: “Non sono riuscito a difendermi perché sono due lottatori di MMA (riferendosi non solo ai Bianchi ma anche a due altri già condannati, Omas Shabani e Cervoni ndr) e neppure ho provato, temendo un’ulteriore reazione. I Bianchi? Erano presenti all’aggressione, li ho visti, erano in disparte, come se controllassero l’esecuzione e ridevano”.
Quindi, riferendosi a Gabriele Bianchi: “Parlava come se appartenesse alla squadra, o meglio appartiene all’intera banda, ma è un gradino sopra, dispone dell’Omar e di Andrea e li coordina. Quindi con questo gesto mi ha dato un’ulteriore conferma che è il padrone dei predetti”. Stesse accuse mosse anche dal padre della vittima: “I Bianchi di Artena, conosciuti per essere dei despoti sia ad Artena sia a Lariano nei confronti dei loro coetanei e sono anche temuti nel paese per il loro stravagante stile di vita e spesso si fanno valere per essere abili conoscitori di arti marziali del tipo MMA”. Secondo quanto stabilito dal gup, in quella zona si era venuta a creare una situazione di “assoggettamento ed omertà” e gli imputati avrebbero avuto “stabili collegamenti con ambienti criminali dediti allo spaccio di cocaina in larga scala”.