Un Question Time che verrà ricordato negli annali della Camera dei Deputati non proprio sotto il nome di “imperdibile”: Matteo Salvini risponde ai deputati sul caso Sea Watch sull’arresto di Carola Rackete (poi liberata due sere fa dal provvedimento molto discusso del Gip di Agrigento che non ha convalidato il fermo), ma è poi Nicola Fratoianni a scagliarsi contro il Ministro dell’Interno dopo averlo già pesantemente criticato salendo a bordo della nave Sea Watch 3 al largo di Lampedusa prima del posto di blocco forzato. Ma andiamo con ordine partiamo con quanto detto dal segretario di Sinistra Italiana: «signor Ministro dell’Interno, dopo averla vista ieri sera livido in volto attaccare la magistratura nel tentativo, peraltro un po’ goffo, di mascherare la clamorosa sconfitta subita dalla sua linea […] voglio sapere anche chi ha ordinato a quella motovedetta di frapporsi fisicamente tra la banchina e la Sea Watch, mettendo sì così a rischio l’equipaggio di quella stessa motovedetta». A quel punto Salvini non attende il diritto di replica e afferma ironico al microfono, «Eccoli i veri colpevoli: i finanzieri…». Gli animi si scaldano, Pd e SI chiedono al Presidente Fico di intervenire con Fornaro (LeU) che sbotta «Rispondi all’interrogazione! Siamo in Parlamento, non in un talk show!».



LA BAGARRE ALLA CAMERA SUL CASO CAROLA RACKETE: IL VIDEO

A quel punto Fratoianni, continuando a dare a Salvini del «Ministro eversivo», rivolge l’ultimo punto del suo discorso-domanda: «questo è un disegno, Lo ha fatto mio figlio, che ha sei anni, a novembre dell’anno scorso. Cioè, è arrivato un bambino di sei anni a disegnare una barca con dei bambini, perché spesso, sa, i bambini disegnano altri bambini, e ha fatto scrivere alla maestra una frase molto semplice: “non avere paura che ci sono io e ti tengo”». A quel punto Salvini, senza più proferire parola prima del suo intervento, si alza e manda dei “bacioni” ironici nei confronti del suo avversario politico e di tutto l’emiciclo dell’opposizione di Sinistra. Urla, applausi, grida, si solleva di tutto alla Camera con una bagarre “memorabile” che rimette al centro il caso mediatico molto forte della Sea Watch e dell’arresto della “capitana”. La risposta del Ministro a seguito del “caso” è la seguente: «Lo sbarco era stato autorizzato per la mattina dopo, per questo è inaccettabile la sporca battaglia politica fatta sulla pelle di 40 persone: una sporca battaglia politica, né più né meno. Sarebbero sbarcati la mattina dopo se la notte non fosse stato commesso un vero e proprio atto di guerra, che spero verrà condannato, perché ci sarà un giudice in questo Paese…».



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