Attorno all’incontro tra Franco Frattini e Aleksander Lukashenko, alla presenza dell’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, nel corso degli anni se ne sono dette di ogni tipo. Lukashenko, infatti, in quegli anni era rinominato dalla stampa “l’ultimo dittatore d’Europa“, ed era accusato di aveva gettato la Bielorussia in una delicata crisi sociale e politica che aveva portato ad un congelamento completo dei rapporti tra l’Italia, l’Europa e la Bielorussia. Fu un incontro visto, però, anche come segnale di distensione dei rapporti, segnando per Lukashenko la prima visita ufficiale in un Paese dell’Unione Europa dopo 14 anni, ricevuto in quell’occasione anche dall’allora Papa Benedetto XVI. Ora, però, sull’incontro tra Frattini e Lukashenko, Caterina Ronchieri, collaboratrice dell’ex ministro, ha deciso di raccontare la verità a Dagospia.
Ronchieri: “Frattini e Lukashenko salvarono 500 bambini”
Caterina Ronchieri, insomma, ha deciso di raccontare la sua versione, interna, del famoso incontro tra Frattini e Lukashenko, per anni aspramente criticato. “Une delle prima telefonate che ricevette” Frattini dopo l’insediamento da Ministro degli Esteri, “fu da famiglie adottanti che avevano i bambini bloccati in Bielorussia. I bambini di Chernobyl (..) che vengono nel nostro Paese, ospiti delle famiglie (..) per liberarsi dalle radiazioni”.
Frattini, così, scoprii “che avevamo centinaia di famiglie in attesa di un’adozione” dalla Bielorussia di Lukashenko. “Lo stop dei rapporti diplomatici aveva portato al blocco delle adozioni. Tantissimi bambini erano bloccati, da sei anni, negli orfanotrofi bielorussi. Le famiglie erano disperate“. “Potremmo provare ad utilizzare la diplomazia vaticana”, suggerì qualcuno, “e così andò. Restò tutto riservatissimo fino all’ultimo”, racconta ancora Ronchieri parlando dell’incontro criticatissimo tra Berlusconi, Frattini e Lukashenko, avvenuto subito dopo l’incontro tra il leader bielorusso e Papa Benedetto XVI.
“Lukaschenko chiedeva pubblico riconoscimento in cambio dello sblocco delle adozioni e fu invitato dal Santo Padre, vide [anche] il presidente Berlusconi ed il ministro Frattini”, continua a raccontare, arrivando a quel fatidico incontro. “Fu crocefisso, il Cavaliere, per quell’incontro”, racconta Ronchieri, “nessuno ha mai saputo che in quella occasione, Frattini e Berlusconi consegnarono a Lukashenko un elenco di nomi, una lista di bambini“. E così si sbloccarono le adozioni, “fummo accusati di essere vicini al peggior dittatore d’Europa. Eppure, in quel periodo, abbiamo tirato fuori 500 ragazzini bielorussi dagli orfanotrofi“.