Botta e risposta avvenuto ieri sera, in diretta tv, fra il microbiologo Andrea Crisanti, dell’università di Padova, e Carlo Freccero. Quest’ultimo ha ribadito la tesi già esternata nelle scorse settimane in varie interviste, spiegando di avere più paura del vaccino che del covid. “Faccio il tampone regolarmente – ha detto in collegamento con il programma di La7, Piazza Pulita – seguo consigli medici. Non voglio seminare terrore, ma il vaccino non l’ho fatto”, aggiunge Freccero, spiegando di sostenere il referendum per abolire il green pass: “A volte diritto e ragionevolezza non sono compatibili. Ma spesso ciò che sembra ragionevole viene imposto dalla propaganda, che in questi mesi è stata fortissima”.



Poi il massmediologo Freccero ha aggiunto: “Perché il ministro della Salute non ha mai pensato di dire quali cure ci sono? La cura è stata dimenticata, è stata diffusa solo la paura”. A quel punto ha replicato Crisanti, ospite in studio di Piazzapulita: “Lei pensa che con il suo comportamento può evitare di infettarsi. Può essere fortunato una volta, dovrebbe essere fortunato sempre”, riferendosi alla decisione di non vaccinarsi.



FRECCERO VS CRISANTI, IL MICROBIOLOGO: “VACCINO IN LAVORAZIONE DA 20 ANNI”

E sulle accuse ripetute come una litania dai no vax, che il vaccino sia sperimentale: “La tecnologia Rna è stata creata 20 anni fa, non è stata inventata da un momento all’altro. Viene utilizzata per curare i tumori e per curare una malattia genetica gravissima. Non c’è dubbio che i vaccini possano provocare effetti collaterali: il vaccino contro la polio provocava la paralisi in un caso su mezzo milione. Il vaccino contro il covid è molto più innocuo”.

Quindi Crisanti ha concluso il discorso spiegando: “Per sviluppare cure efficaci contro l’aids ci abbiamo messo 25 anni, per l’epatite C sono serviti 30 anni. Le cure non si improvvisano. Probabilmente grazie agli strumenti messi a disposizione dalla scienza non impiegheremo 20 anni per le terapie contro il covid, ma oggi le cure non ci sono: abbiamo terapie di supporto, ma per le cure serve tempo”.