Il freddo record mette in ginocchio la Svezia: anche le forze armate in aiuto dei cittadini in difficoltà
La notizia del freddo record in Svezia ha dato di che discutere in merito al cambiamento climatico e il riscaldamento globale. Il termometro, infatti, ha toccato i meno 43 gradi, una temperatura che non si registrava dal 1999. Centinaia di auto sono rimaste bloccate per ore nel sud della Svezia, a causa di una bufera di neve che ha colpito il paese nelle scorse. Tantissimi i disagi, con strade chiuse e operazioni di soccorse per aiutare i cittadini in difficoltà. Per battere quella che pare essere una vera e propria emergenza, sono state inviate in soccorso di automobilisti, con scorte di cibo e acqua, le forze armate svedesi.
Tanti gli svedesi rimasti senza elettricità: il ghiaccio e la neve hanno mandato in tilt il traffico, creando profondi disagi alla viabilità e ostacolando anche i trasporti pubblici in tutta la regione dell’Europa settentrionale. Come dicevamo, il termometro è sceso fino a -43,6 gradi (è successo a Kvikkjokk-Årrenjarka, nella Lapponia svedese) una temperatura che secondo l’agenzia di stampa svedese è più fredda registrata nel paese dal 1999.
Il climatologo Scafetta e il cambiamento climatico: “Dico no agli allarmismi”
Il freddo record è considerato da molti esperti una conseguenza principale del cambiamento climatico, tuttavia ci sono anche alcuni voci fuori dal coro che non temono l’idea di offrire un parere controcorrente. Tra questi il climatologo Scafetta, il cui commento viene riportato sulle pagine del Il mattino: “L’allarmismo climatico non è giustificato. Il sesto rapporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico in cui sono previsti gli impatti e i rischi per il ventunesimo secolo è tanto allarmante quanto ambiguo”.
Una presa di posizione dura e chiara, che dà voce ad altri scienziati che la pensano come lui: “Il riscaldamento che dovremmo avere entro il 2100 è al di sotto di 2 gradi, e non di quasi 4 gradi come hanno ipotizzato”. I rapporti, secondo Scafetta, si “sono concentrati principalmente su scenari allarmistici per le valutazioni del rischio”.