IL DEF, I MERCATI E LE STIME: PARLA IL SOTTOSEGRETARIO FEDERICO FRENI

Il sottosegretario all’Economia Federico Freni lo aveva detto addirittura prima della presentazione in CdM di martedì, intervenendo al Forum Ambrosetti di Cernobbio: «il Def 2024 non si discosterà dalle cifre della Nadef dello scorso autunno, […] tiene ma serve un taglio di spesa». Intervistato poi oggi da “La Repubblica”, commentando le reazioni tutt’altro che negative dei mercati al Documento di Economia e Finanzia del Governo Meloni senza il quadro programmatico, il sottosegretario in quota Lega all’interno del Ministero dell’Economia spiega perché non sarà un problema il Def “congelato” né per le borse né tantomeno per l’Europa.



«Le prime reazioni dei mercati ci premiano», spiega Freni sottolineando l’impostazione scelta dal Governo di ripresentare il documento in estate dopo il dialogo con la nuova Commissione Ue sullo schema normativo per deficit e bilancio: le nuove regole sui conti pubblici infatti saranno pronte a luglio e dunque la scelta è caduta sul discutere direttamente con l’Europa le stime del Def senza «scrivere numeri sull’acqua». Un Documento Economia e Finanzia in sostanza realistico è quanto garantito da Meloni e Giorgetti: «impostazione seria e sostenibile in accoro con l’Europa per indicare solo il quadro tendenziale». Lo scorso anno, rileva ancora il sottosegretario leghista, Bruxelles concesse flessibilità ma ancora era fermo il Patto di Stabilità: per i prossimi mesi invece l’idea è quella di ridiscutere con l’Europa i termini, tenuto conto che però il nuovo Patto approvato seppur tutt’altro che perfetto mantiene quantomeno il tema della flessibilità, «concorderemo con l’Ue quale spazio è sostenibile per l’Italia all’interno del Piano fiscale-strutturale di medio termine».



FRENI SUL RINNOVO DELLE MISURE IN MANOVRA: “ECCO COME LE FINANZIEREMO”

Sempre a “Repubblica” il sottosegretario al MEF annuncia la piena conferma delle misure adottate già nell’ultima Manovra, come il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori e la nuova Irpef fiscale: sono in tutto 15 miliardi sui quali Freni non si dice preoccupato, «ci sono margini sufficienti per recuperare risorse utili a finanziare la prossima legge di Bilancio». In primo luogo, il Ministero dell’Economia lavora alla razionalizzazione della spesa pubblica, senza per questo dunque intervenire «con l’accetta e senza fare macelleria sociale».



Come hanno spiegato Giorgetti e il viceministro Leo in conferenza stampa dopo il CdM, l’Italia smentirà gli stessi che tifano “contro” il Paese: «non ci sarà alcun aumento delle tasse», garantisce Freni a “Rep”, «si lavora per una riduzione della pressione fiscale». Col nodo importante del debito pubblico – gravato dai costi “impazziti” del Superbonus e degli altri bonus edilizi – il Governo dovrà trovare una modalità sostenibile di rivedere il sistema dei crediti d’imposta: «non serve fare tutto e subito», rileva il sottosegretario Freni, anche perché così si ignorerebbe la cura necessaria per tenere i conti in ordine, «significherebbe lanciarsi in operazioni magari appetibili dal punto di vista elettorale, ma poco serie, credibili».

Sul fronte debito, l’Italia si dice pronta ad inaugurare nuove emissioni per finanziarlo: il MEF annuncia, dopo il successo della terza edizione del Btp Valore (raccolti circa 18 miliardi, ndr), che a breve «ci saranno nuove emissioni rivolte agli investitori italiani, in particolare ai piccoli risparmiatori». Per il resto, il piano del Governo – chiosa Freni – resta quello impostato nelle ultime Manovre: cresciuta strutturale sugli investimenti privati, sostegno a chi è rimasto in difficoltà, il tutto «Senza follie green ad ogni costo, cavallette o vino sintetico. Mi auguro che nessuno pensi di ripristinare la logica dei “blocchi” o dell’Europa a “più velocità”».