Non le piace leggere, voleva fare la gelataia, ama i suoi genitori ma non li “idolatra” e vive ogni giorno per l’amore e la passione sfrenata che ha per la musica: è una Frida Bollani molto “intima” quella che si è raccontata alla scrittrice Silvia Avallone sull’ultimo numero dell’anno di “Sette”.
Per la 17enne figlia degli artisti Stefano Bollani e Petra Magoni, il fatto di essere ipovedente è sempre stato un elemento mai “in discussione” in quanto vi è nata così e, lo ammette candidamente, non sa se vorrebbe un giorno realmente operarsi: «Io non ho una malattia, non ho vissuto il trauma di aver perso la vista. Sono nata così. Qualcosina ci vedo e la situazione rimarrà questa, a meno che non mi propongano, in futuro, un intervento per migliorare la vista. Ma, sinceramente, non so se accetterei di operarmi». Rivederla nelle sue poche apparizioni tv degli scorsi mesi, prima nella trasmissione del papà “In via dei matti al n. 0” e poi con la toccante esibizione voce & piano davanti al Presidente Mattarella per la festa della Repubblica lo scorso 2 giugno (cantò “La Cura” di Battiato e “Caruso” di Dalla) lascia un senso di malinconia gioiosa. E attenzione, Frida è tutt’altro che il “prototipo” dell’artista che pone tutto l’accento sulla sua fragilità fisica per poi dimostrare l’incredibile forza di “reazione”: niente di tutto questo, Frida Bollani è libera e lo dimostra parola dopo parola, concetto dopo concetto, nella bella intervista di “Sette”. «Il mio futuro? Pieno di concerti. Mi sento uno spirito libero, voglio essere sempre in viaggio e incontrare persone nuove. Quando suono, parto per il mio mondo. Sono libera e me stessa. Potrei avere successo o non averlo, non cambierebbe nulla. La musica è la vita, punto».
LA PASSIONE PER LA MUSICA E PER “L’INVISIBILE ESSENZIALE”
«Esistono video di me che ballicchiavo a tempo di musica già nella culla mentre papà suonava. A due anni, mia mamma mi ha insegnato le scale al pianoforte. Prima dell’alfabeto, ho imparato le note; prima il pianoforte, poi il canto. Ancora oggi, quando tocco un tasto, è come se quella nota mi dicesse: “Do”, “Mi”, “Fa”. Come se mi parlasse», racconta ancora la ragazza giovanissima e già così attesa protagonista del futuro musicale in Italia, e non solo. Si fa poi tutta seria quando le viene chiesto conto di quella frase che stupì tutti qualche mese fa, quando al “Corriere della Sera” raccontò che il suo non vedere è nient’altro che un dono. «Non vedere mi ha permesso di esplorare il mondo in modo diverso, ho esercitato meglio altri sensi, come l’udito. Sono certa che, se avessi potuto usare gli occhi, sarei stata meno attenta ad ascoltare, e ascoltare è importantissimo per me e per il mio mestiere». Frida Bollani dice di essere contenta di come è e di come è nata: «sono felice di questi due geni sballati che mi hanno causato problemi non tanto agli occhi, che come vedi non sono bruttissimi e non devo portare gli occhiali, ma alla retina. Tra l’altro, l’essenziale è invisibile agli occhi, no?», chiosa citando brillantemente il capolavoro di Antoine de Saint-Exupéry, “Il Piccolo Principe”.