CHATTARE CON UN CIONDOLO: LA NUOVA FRONTIERA DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE CON “FRIEND”
Vivere, chattare, ridere e piangere, con un amico sempre con sé: la nuova frontiera dell’intelligenza artificiale sbarca in tutto il mondo col nome più semplice possibile, “Friend” e già divide la rete. Il CEO di Friend ha posto il costo finale del nuovo ciondolo con AI a “soli” 99 dollari: ecco quanto può costare un “amico virtuale” rinchiuso dentro un ciondolo, in grado di relazionarsi e reagire alle nostre emozioni, scatti d’ira e quant’altro.
Il funzionamento è piuttosto “semplice”, una volta inserito il nuovo dispositivo di intelligenza artificiale: il ciondolo è tondo, si appende al collo come se fosse una collana qualsiasi, e di fatto invia notifiche push al proprio smartphone o tablet. Grazie al suo microfono integrato che registra qualsiasi cosa accada attorno a chi lo indossa, con Friend è possibile fare tutto: si preme e si parte con una domanda, una richiesta di giudizio, una battuta e così via. Ma non funziona solo a “chiamata”: «A volte però invierà messaggi, ad esempio commenti sulla conversazione che hai appena avuto, senza che tu lo chieda», avvicinandosi in maniera piuttosto inquietante al famoso film “Her”, opera generazionale di Spike Jonze con Joaquin Phoenix che già nel 2013 aveva previsto il futuro imminente dell’intelligenza artificiale.
CHI TROVA “FRIEND” TROVA DAVVERO UN TESORO?
Nel film il protagonista si innamorava del proprio sistema AI (con voce di Scarlett Johansson), qui con Friend si auspica che chi lo possieda riesca a relazionarsi nella vita di tutti i giorni con un ciondolo che fungerà da “compagno”, da amico che più virtuale non si può. Ma è assicurato che chi trovi un “Friend” trovi poi effettivamente un tesoro?
Al netto del penoso gioco di parole che spero ci perdonerete, il tema insomma lo avete capito: secondo il Ceo di Friend (ovviamente) è possibile. «È pensato per sviluppare una personalità che completi l’utente e che sia sempre lì per darti la carica, chiacchierare di un film dopo averlo visto o aiutarti ad analizzare come è andato storto un brutto appuntamento», così spiega il visionario e geniale Avi Schiffmann che ambisce a qualcosa di adatto ad una puntata di “Black Mirror”. Secondo l’imprenditore infatti il punto non è che Friend diventi “un” amico come tanti, ma che sia addirittura «il tuo migliore amico, uno che è con te ovunque tu vada, che ascolta tutto quello che fai e che è lì per offrirti incoraggiamento e supporto».
La ricerca di una compagnia vera, sincera e reale è qualcosa di prezioso, lo sappiamo tutti e sicuramente la tecnologia negli anni ci ha aiutato non poco in questo tra chat, social e quant’altro. Qui però il passo successivo è qualcosa di ingombrante, forse del tutto inquietante: pretendere che un vero amico si possa comporre con algoritmi e AI, rispondendo e imparando come siamo fatti noi ha dell’incredibile, nel senso che davvero non ci si dovrebbe credere. L’empatia, l’amore, il dono e il sacrificio: siamo e rimarremo “boomer” nel giudizio, ma trovare un “Friend” può far trovare la felicità in chi lo produce; siamo un po’ più scettici sui risultati per chi lo acquista…