I fringe benefit nel 2025 potrebbero essere equiparati e senza alcuna distinzione tra le famiglie che hanno dei figli e chi invece non ne ha. Nella scorsa Legge di Bilancio invece, il Governo Meloni aveva pensato di aiutare maggiormente quei nuclei aventi figli a carico.

I fringe benefit sono dei compensi accessori e non obbligatori (molto utili per spingere il consumo) che le aziende possono favorire ai loro dipendenti sottoforma di servizi e/o beni (come ad esempio buoni spesa; cellulari aziendali o automobili).



Fringe benefit nel 2025: cosa potrebbe cambiare?

I fringe benefit nel 2024 sono detassati in misura maggiore per le famiglie aventi figli a carico (per loro il tetto massimo esentasse è di 2.000€, 1.000€ per gli altri dipendenti). Nel 2025 la manovra potrebbe cambiare le regole del gioco, uniformando un tetto unico per tutti (sia per chi ha figli che per chi non ne ha).



Il Corriere della Sera riporta nel suo articolo delle fonti parlamentari che sostengono che il tetto massimo e unico di esenzione potrebbe essere di 1.500€ (o si ipotizza possa arrivare anche a 2.000€).

Una formula vantaggiosa

Per le casse dello Stato uniformare il tetto unico esentasse per i fringe benefit non sarebbe un grosso problema. D’altronde da anni abituati a dover fare i conti con i cambiamenti sottoposti dal Governo, e quest’anno i nuclei più svantaggiati sono stati proprio i componenti con figli a carico.

Prima della manovra 2024, i fringe benefit per i dipendenti con figli erano esentasse fino a 3.000€, mentre per chi non ha figli a carico il tetto era molto basso (258,23€).



Come ha spiegato Alberto Brambilla al Corriere della Sera, le imprese, lo Stato e le famiglie potranno beneficiare di numerosi aspetti fiscali: ad esempio l’erario non calcolerà sulla retribuzione le mensilità aggiuntive la pensione oppure il Tfr.

Secondo una previsione studiata dal The European House – Ambrosetti e come committente Edenred Italia, grazie ai fringe benefit il consumo annuo ammonterebbe allo 0,8%.