I fringe benefit potrebbero diventare “una cosa sola” e senza distinzione tra i lavoratori con e senza figli. Una notizia che renderebbe felici tutti coloro che hanno un contratto di lavoro regolare (indifferentemente dalla natura e dal tempo).
La manovra per il 2025 vorrebbe rimodulare sia il tetto massimo dei lavoratori che godono potenzialmente dei fringe benefit ma anche i beneficiari che hanno potuto accedere all’aumento. Una misura dettata a fronte dell’analisi sui suoi effetti.
Fringe benefit per tutti: le ipotesi per il 2025
Tra le ipotesi in Manovra 2025 sui fringe benefit si parla di poter ampliare la platea dei beneficiari e di destinare il tetto massimo tra 1.500€ e 2.000€ (anziché mille euro) anche ai lavoratori che non hanno figli a carico.
“I compensi in natura” sono un’ottima soluzione per agevolare e incentivare i lavoratori promuovendo sconti, agevolazioni o l’intero rimborso anche sull’affitto, sulle utenze domestiche e perfino – in alcuni casi – sugli interessi passivi di un mutuo.
Per chi supera il tetto massimo il rischio è quello di ritrovarsi gli interi benefici sottoposti nell’intera imposizione fiscale (e non soltanto per la parte eccedente).
Entro metà ottobre si saprà l’effettivo esito della misura (periodo in cui verrà presentata ufficialmente la prossima manovra economica).
Le altre misure in manovra
La proroga e l’ampliamento dei fringe benefit anche per chi non è genitore sono soluzioni quasi certe. Nella Manovra per il 2025 si discute anche della possibilità di inserire la super deduzione fiscale al 120%.
Questa maxi deduzione fiscale potrebbe essere destinata a tutte quelle aziende che per aumentare la loro forza lavoro decidono di assumere nuove risorse e con un contratto a tempo indeterminato.
È approvato il taglio del cuneo fiscale che verrà così distribuito: fino a 7 punti per i redditi da lavoro fino a 25 mila euro; e di 6 punti percentuale per chi ha un reddito fino a 35 mila euro.