Frode prosciutto di Parma e San Daniele, Report accende i riflettori sul taglio fatto con carni di maiale allevati in Italia ma figli di scrofe inseminate con maiale danese. L’inchiesta, intitolata “La porcata” e in onda questa sera su Rai 3, è condotta da Emanuele Bellano, Alessia Cerantola e Greta Orsi: un prosciutto su tre è contraffatto, con gli allevatori che però riescono ad aggirare i requisiti del marchio Dop, attribuito dall’Ue agli alimenti le cui peculiari caratteristiche qualitative dipendono essenzialmente o esclusivamente dal territorio in cui sono stati prodotti. I tre giornalisti del programma condotto da Ranucci spiegano: «terminata la stagionatura, se andrete ad acquistare un prodotto marchiato Parma, rischierete una volta su tre di essere frodato». Nel mirino il maiale danese “durok”, animale più magro e molto richiesto ma escluso dal disciplinare di produzione che consente di ottenere il marchio Dop.



FRODE PROSCIUTTO DI PARMA E SAN DANIELE: L’INCHIESTA DI REPORT

«Prosciutto di Parma e San Daniele ogni anno generano un volume di affari di circa un miliardo di euro. Per essere immessi in commercio devono ricevere il marchio DOP del consorzio di tutela, che supervisiona la produzione e garantisce che sia rispettato il disciplinare. Al 20% della produzione è stato revocato il marchio DOP quando è emerso che la filiera ricorreva a maiali di origine danese… e hanno venduto a 40 quel che doveva costare 20. La frode è finita?»: questa l’anteprima di Report, che preannuncia una grande indagine sugli allevamenti sostenibili dove i maiali sono ammassati. Come evidenzia Il Giornale, il programma di Ranucci ha cercato infatti di fare chiarezza sui centri di allevamento dove i suini si mordono le orecchie a vicenda e sono tenuti in compagnia da orde di topi.



PROSCIUTTOPOLI: IL RECENTE BLITZ CONTRO LA CONTRAFFAZIONE

Le forze dell’ordine nell’estate del 2018 hanno già effettuato un grande blitz contro la contraffazione del Prosciutto di Parma e San Daniele: 140 allevatori coinvolti nell’inchiesta, con l’indagine soprannominata Prosciuttopoli. Uno degli alimenti più amati e esportati d’Italia finito nel calderone di un raggiro: dal 2014 infatti sono stati spacciati per suini emiliani dei verri danesi, una truffa vera e propria considerando che i secondi non sono previsti dai Disciplinari dei due prosciutti. Un raggiro legato all’abbattimento dei costi dovuti alla crescita più rapida dei verri danesi, oltre che alla maggiore resa della loro carcassa. Fortunatamente nessun rischio per quanto riguarda la salute, ma un duro colpo per quanto riguarda il nome di uno dei made in Italy più famosi al mondo. Qui di seguito il video dell’anticipazione di Report