Il tabaccaio Sandro Fiorelli, che ieri sera ha sorpreso i ladri in casa e ha sparato, uccidendone uno, è indagato a piede libero per eccesso colposo di legittima difesa. Non c’è l’ipotesi di omicidio, dunque, per il 59enne di Santopadre (Frosinone). Lo ha deciso la Procura di Cassino, stando a quanto riportato all’AdnKronos che ha citato Luciano d’Emanuele, il procuratore capo. L’ipotesi di reato contestata si basa sulla prima ricostruzione dei fatti, secondo cui il romeno stava scappando sul dialetto della villa, si sarebbe voltato verso il proprietario di casa che lo inseguiva e gli avrebbe puntato il fucile, risultata poi una scacciacani senza tappo rosso. A quel punto il padrone di casa ha dato fuoco temendo il peggio. Distante circa 10 metri, ha centrato il ladro sotto l’ascella e per lui è stata questione di minuti. Nessuno dei tre complici si sarebbe fermato a prestargli soccorso. Il tabaccaio è stato interrogato dal pm Marina Marra per tutta la notte.



«Da quello che ho visto durante l’ispezione cadavere eseguita sul posto dal medico legale nominato dal magistrato di turno, c’era una rosa di pallini nella zona sotto ascellare destra. La parte sottostante dell’avambraccio presentava segni di bruciatura dei pallini che erano arrivati alla parte dove si è formata la rosa», ha dichiarato l’avvocato Sandro De Gasperis, legale del tabaccaio, ai microfoni di Ore 14, la trasmissione condotta da Milo Infante su Rai 2.



“DUE COLPI DI FUCILE: IL PRIMO IN ARIA”

Si tratta di un particolare molto importante per il difensore del tabaccaio. «Dovrebbe essere la prova che il ladro aveva il braccio testo con l’arma spianata ad altezza uomo verso Sandro Fiorelli. Dobbiamo tener conto poi che la scena si svolge alle 19.15-19.20 di sera, in una zona non illuminata», ha proseguito l’avvocato Sandro De Gasperis a Ore 14. Questo incide perché «la percezione non è quella di chi vede alla luce del giorno». L’attività investigativa, durata diverse ore, si è anche concentrata sulle telecamere di videosorveglianza presenti all’esterno dell’abitazione. «Consentono solo di visionare le riprese dal telefono, quindi non c’è una scheda che ha registrato le immagini», ha aggiunto il legale.



Milo Infante allora gli ha ricordato che ci sono delle telecamere che registrano le immagini salvandole su Cloud. Il legale ha poi confermato che sono stati sparati due colpi: «Questo è quanto riferito durante l’interrogatorio. Un primo colpo di avvertimento in aria, quasi a volerlo fermare. Sentito lo sparo di avvertimento, il ladro si sarebbe girato puntando la pistola verso Fiorelli che, percependo l’immediato pericolo di vita, ha sparato ad altezza d’uomo».

INDAGATO IL TABACCAIO CHE HA UCCISO IL LADRO

È stato indagato il tabaccaio Sandro Fiorelli che ieri sera ha sparato e ucciso con colpo di fucile un ladro di origini rumene (Mirel Joaca Bine il suo nome), sorpreso a rubare nella sua abitazione a Santopadre (Frosinone). L’accusa contro il tabaccaio, lasciato a piede libero, è “omicidio volontario” e al momento viene esclusa qualsiasi forma di legittima difesa: la decisione è stata presa dal sostituto procuratore della Repubblica di Cassino, Marina Marra, dopo aver sentito per tutta la notta l’uomo 58enne che ha sparato due colpi dal suo fucile da caccia regolarmente registrato.

«Mi sono soltanto difeso», ha raccontato il tabaccaio ancora sotto choc davanti ai magistrati: «Stavo tornando dal lavoro nella mia villetta con mio figlio e quando sono entrato in casa ho sentito dei rumori. Ho capito che c’era qualcuno al piano superiore e allora ho preso il fucile perché mi sono spaventato. Sono uscito di casa e mentre facevo il giro della villetta un uomo mi si è parato davanti. Impugnava una pistola, me l’ha puntata contro e a quel punto ho sparato». Per Fiorelli ora saranno le perizie balistiche che dovranno confermare o smentire la sua versione: se legittima difesa, con racconta il tabaccaio, o eccesso colposo.

FROSINONE, A CHE PUNTO SONO LE INDAGINI

Ancora Fiorelli ha spiegato ai pm che il ladro ucciso non era solo ieri sera all’interno della sua villetta; «quando ha capito che in casa era entrato qualcuno, è uscito dalla porta finestra del piano superiore che consente di uscire, ed evidentemente voleva scappare, ma quando mi ha visto stava per fare fuoco e invece io ho sparato per difendermi», conclude il tabaccaio nella ricostruzione ora al vaglio degli inquirenti. Sarebbero in tutto 4 i ladri entrati in azione, ma i tre complici sono riusciti a fuggire dopo aver sentito gli spari all’interno della villa. L’arma brandita da Bine è risultata finta, ma questo non esclude affatto che si possa comunque trattare di legittima difesa, come spiega l’avvocato difensore Sandro De Gasperi all’ANSA, «Le indagini sono in corso, attendiamo le evoluzioni. Molti accertamenti sono stati espletati tra le 19.30 e la notte. Sono stati compiuti in maniera attenta e rigorosa. Ci sono gli elementi per il riconoscimento della legittima difesa».