Paura a Frosinone, dove nella serata di sabato si è verificata una sparatoria davanti al bar Shake. Le telecamere di video sorveglianza hanno consentito alla polizia di risalire agli aggressori, di ricostruire tutta la scena del crimine e di identificare il killer. Si tratta di Mikea Zaka, albanese di 23 anni che abita al Casermone, grosso complesso residenziale di case popolari, che ora è accusato di omicidio e triplice tentato omicidio. Condotto in Questura, il giovane è stato sentito dal capo della Squadra Mobile, Flavio Genovesi, e ha confessato, dopo essere stato messo alle strette. Prende corpo la pista imboccata dagli investigatori, secondo cui la sparatoria di Frosinone è legata a uno scontro per il controllo delle piazze di spaccio e della prostituzione.



Infatti, in queste settimane ci sono state diverse operazioni della Squadra Mobile e delle Volanti che hanno smantellato la precedente rete di comando. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, mancavano pochi minuti alle ore 19:30 quando da una Y10 presa a noleggio giorni prima sono scesi quattro albanesi per avvicinarsi a un tavolo esterno allo Shake Bar, punto di ritrovo dei giovani a Frosinone. Al tavolo c’erano cinque connazionali con cui la discussione è degenerata. Uno dei cinque, che era seduto al tavolino, ha estratto una pistola e sparato contro i quattro connazionali arrivati in auto.



SPARATORIA A FROSINONE, IL MOVENTE: ANCHE UNA DONNA CONTESA

Il bilancio della sparatoria è di un morto, mentre tre sono i feriti, portati in ospedale a Frosinone. Uno di loro, colpito al torace, versa in condizioni gravi e nella notte è stato trasferito al San Camillo di Roma, dove è in rianimazione. Invece, le condizioni degli altri due, colpiti alle gambe, non destano preoccupazione. Vistosi braccato dalla polizia, il killer Mikea Zaka ha contattato il suo legale, l’avvocato Marco Maietta, che lo ha accompagnato in Questura per costituirsi e ha confessato. Ma le immagini delle telecamere di video sorveglianza del Comune di Frosinone, comunque, erano nitide, quindi hanno confermato quanto la polizia aveva già appurato. In nottata il killer ha poi risposto a tutte le domande del capo della Squadra Mobile, Flavio Genovesi, ricostruendo l’accaduto.



«Ero al bar con i miei amici quando si è avvicinata una Y10. Ho visto subito Ervin e suo fratello Kasen che venivano verso di me con fare minaccioso», le parole riportate dal Corriere della Sera. Ha parlato di una vecchia ruggine con Kasen per motivi sentimentali legati a una ragazza. Quindi, una ragazza contesa sarebbe il movente della sparatoria, ma si sono aggiunti motivi di egemonia sul territorio per il mercato dello spaccio e della prostituzione. Il codice d’onore albanese, Kanun, ha fatto il resto. «Quando i quattro si sono avvicinati al nostro tavolo, ci hanno subito aggredito a parole e ne è seguita una rissa. A quel punto ho preso la pistola e ho sparato. Ma per difendermi», ha aggiunto il killer. Inoltre, ha spiegato di aver buttato la pistola dal ponte di via Verdi e di essersi pentito di ciò che ha fatto. Ora la posizione degli altri albanesi, quelli seduti col killer e quelli giunti con la Y10, è al vaglio della magistratura che sta valutando altre ipotesi di reato, come la rissa.

VIDEO DELLA SPARATORIA A FROSINONE