Si sta diffondendo sempre di più in Europa la tendenza ad acquistare la frutta e la verdura sfusa per evitare l’uso delle confezioni e quindi impattare di meno sul pianeta con i vari imballaggi. In Francia e Spagna, ad esempio, sono stati introdotti dei provvedimenti legislativi ad hoc per favorire la vendita di ortofrutta non confezionata, con l’obiettivo di ridurre gli imballaggi, e anche il Regno Unito sta cercando di diffondere questa pratica in maniera sempre più capillare.



A riguardo il portale Gambero Rosso sottolinea una sorta di esperimento effettuato in un supermercato del Berkshire, dove si sta utilizzato la tecnica del tracciamento oculare. In poche parole, si cerca di capire dove il consumatore fa “cadere” l’occhio durante la spesa. A realizzare il progetto è Wrap, organizzazione no profit anti-spreco che aiuta il governo ha definire le politiche in maniera di sostenibilità, e che ha appunto organizzato una sperimentazione che sfrutta l’eye-tracking, tecnologia che sta rivoluzionando il marketing nell’ultimo periodo.



FRUTTA E VERDURA, PROBLEMA CONFEZIONI: SI CERCA DI CAPIRE DOVE “BUTTA L’OCCHIO” L’ACQUIRENTE

Attraverso la cattura e l’analisi dei movimenti oculari i ricercatori possono meglio comprendere come i consumatori interagiscano con pubblicità, confezione dei prodotti e vari altri stimoli che si possono trovare in un punto vendita. Nel Regno Unito le famiglie buttano via circa 100 miliardi di pezzi di imballaggio di plastica ogni anno, e Joanna Linley, manager dell’organizzazione anti-spreco, ha fatto sapere che ormai gli acquirenti si sono abituati alla “comodità” degli imballaggi in plastica, indipendentemente dall’impatto ambientale, e una volta che entrano in un negozio prendono appunto quello confezionato in quanto comodo e nel contempo più conveniente.



In Gran Bretagna 1,6 milioni di tonnellate di frutta e verdura, per un valore di circa 4 miliardi di sterline, vengono buttate via ogni anno, di conseguenza rimuovere gli imballaggi significherebbe meno rifiuti di plastica e nel contempo di cibo, in quanto le famiglie acquisterebbero solo la quantità di frutta e verdura che serve realmente.

FRUTTA E VERDURA, PROBLEMA CONFEZIONI: IL CASO DEL SUPERMERCATO ISLANDA

Peccato però che ad oggi i supermercati offrano soprattutto prodotti confezionati in quanto quelli che si vendono di più. Gambero Rosso a riguardo cita il caso di una grande catena, leggasi “Islanda”, che ha abbandonato la sperimentazione dei prodotti sfusi dopo un calo di vendite di ben il 30 per cento. «Non posso certamente giustificare l’investimento di milioni in nuove casse e bilance per offrire qualcosa che i nostri clienti non vogliono acquistare», spiegò nell’occasione Richard Walker, l’Amministratore delegato del grande Gruppo.

C’è ancora molto da fare quindi per convincere gli acquirenti a modificare queste radicate abitudini d’acquisto. E in Italia come è la situazione? E’ stata sottoscritta una legge a livello europeo che prevede una riduzione degli imballaggi e quindi dei rifiuti del 15 per cento entro il 2040. Nei supermercati la popolazione del BelPaese, che è quella che ha anche la maggior tradizione culinaria al mondo, è solita comprare nei vari sacchetti biodegradabili l’ortofutta sfusa, ma non mancano comunque le confezioni che solitamente costano di meno e permettono un acquisto più rapido.