Fuani Marino, autrice del libro “Svegliami a mezzanotte“, ai microfoni di Vieni a me, racconta la sua rinascita, cominciata dopo un gesto estremo. “Nel 2010 ero una giovane donna di poco più di 30 anni. Mi ero appena sposata, ero andato a vivere in una grande casa a Napoli e avevo appena ottenuto un lavoro di grande prestigio. Ho cominciato ad avere attacchi di ansia, ho perso molto peso e ho vissuto come un fallimento il fatto di dover richiedere l’aiuto di specialisti. Mi è stata diagnosticata una depressione perchè l’ansia è un sintomo di una depressione e ho iniziato a prendere dei farmaci che mi hanno permesso di stare bene. Ricordo che prendevo dei farmaci per dormire e li tenevo in una pochette da tenere ben chiusa perchè pensavo di doverli nascondere. Lo sapevano mia madre, mio marito e le amiche più care, ma io non mi sentivo capita”, racconta Fuani. “Io stavo male e avevo un disagio importante e stavo male perchè volevo restare incinta e non ci riuscivo”, confessa. Il bambino tanto desiderato, però, arriva, ma quello che doveva essere il momento più bello della sua vita si trasforma in un incubo.



FUANI MARINO: “HO TENTATO IL SUICIDIO DOPO LA NASCITA DI MIA FIGLIA, SONO UNA MIRACOLATA”

La gravidanza arriva quando Fuani Marino era ancora alle prese con le cure per sconfiggere la depressione. “Io resto incinta mentre mi stavo curando e quindo ho dovuto interrompere la cura non prendendo più farmaci. La gravidanza è andata bene e pensavo che potesse risolvere i problemi che avevo. Di notte, però, avevo degli incubi, avevo la sensazione di non sentirmi pronta“, racconta a Caterina Balivo. Fuani che è un nome inventato e sono le iniziali dei nomi dei genitori Furio e Anita i loro nomi chiamandola così, diventa mamma ma quel sogno non è come lo aveva immaginato. “Ho avuto un parto prematuro perchè la gravidanza si è interrotta durante una conferenza stampa perchè lavoravo. Ero all’ottavo mese. Mi si rompono le acque e mi sottopongono ad un parto cesareo“, spiega. Dopo la nascita della bambina, le condizioni psicologiche di Fuami peggiorano. “Mi è stato diagnosticato un disturbo bipolare. Per me e mio marito è stato un momento duro”, aggiunge. Il 26 luglio 2012, mentre era a Pescara da una zia con la madre e la sua bambina. Fuani decide di lasciare questa vita. “Continuavo a stare male e sentivo di voler allontanare mia figlia perchè non ero in grado di prendermene cura. Il suicidio, in questo senso, va visto come un gesto che pone fine ad una sofferenza”, racconta Fuami che decide di lanciarsi dal quarto piano. “Ero sempre cosciente. Pensavo di essere un peso per la mia famiglia e pensavo che loro sarebbero stati meglio senza di me“, confessa Fuami. Fortunatamente, però, nonostante i sei mesi trascorsi in ospedale, Fuani oggi sta bene anche se dovrà convivere con il suo disturbo. “Sono una miracolata“, conclude.

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