Solo qualche mese fa se si fosse sostenuto che il contagio il coronavirus COVID-19 fosse fuoriuscito dal laboratorio di Wuhan, si veniva presi per matti – come miglior cosa – o come “fiancheggiatori” di Trump, o peggio ancora come pericolosi complottisti. Ebbene, è bastato il cambio di inquilino alla Casa Bianca, assieme ai parziali risultati delle indagini OMS, per ottenere uno scenario decisamente diverso: come riporta TgCom24 in esclusiva, «il virus SARS-CoV-2 sarebbe sfuggito accidentalmente dal laboratorio di Wuhan dove è stato studiato».



Questa sarebbe non più l’accusa degli Stati Uniti, ma addirittura la versione che la Cina sarebbe pronta ad ammettere secondo le fonti raccolte dal tg di Mediaset dopo un accordo sofferto con gli emissari di Joe Biden. L’America, di contro, sarebbero pronti ad accettare le dichiarazioni cinesi secondo cui «Pechino avrebbe saputo della “fuga” del virus solo di recente e dopo oltre un anno di indagini e che verranno perseguiti gli scienziati e i ricercatori che hanno tenuto nascosta la verità impedendo alla Cina di informare tempestivamente gli Stati Uniti e il mondo della grave minaccia». L’accordo Usa-Cina sarebbe alle porte anche se al momento manca ovviamente una conferma ufficiale, essendo ancora in corso la delicatissima trattativa: pare infatti che gli Stati Uniti siano pronti anche ad aiutare Xi Jinping nelle indagini sul coinvolgimento attivo di alcuni scienziati e ricercatori americani negli studi sul virus COVID-19 nel laboratorio di Wuhan.



LA CINA PRONTA AD AMMETTERE L’ORIGINE DEL COVID?

Contattato dal Sussidiario.net il direttore di TgCom24 Paolo Liguori (domani l’intervista completa sul nostro quotidiano, ndr) spiega «Abbiamo raccolto la notizia che l’indagine chiesta da Biden è finita e che il risultato sia stato consegnato al presidente americano. Anche il direttore dell’OMS, da sempre schierato in difesa della Cina, ha ammesso che il Covid è sfuggito da Wuhan. Non abbiamo ancora la conferma di un accordo tra Usa e Cina ma quando si arriva a questo livello dopo che la verità era stata tenuta nascosta per diciotto mesi è perché si sta preparando un accordo». Nelle prossime ore si avrà la conferma invece del rapporto consegnato al Presidente Biden sulle origini del coronavirus, dopo che lui stesso lo aveva ordinato ai servizi segreti a fine maggio (con scadenza fissata a 90 giorni): la complicata “exit strategy” sull’asse Pechino-Washington sarebbe stata concordata proprio in vista dei risultati che si attendono “clamorosi” da quel report. Qualche giorno fa era stata l’OMS con il proprio direttore generale Ghebreyesus ad ammettere per la prima volta che i risultati dell’indagine svolta a marzo potevano essere insufficienti se non addirittura fuoripista: «Serve una nuova missione in Cina, per proseguire le ricerche sull’origine del coronavirus, anche nei laboratori, c’è stata una spinta prematura a escludere la teoria del virus fuggito dal laboratorio di Wuhan. All’inizio della pandemia non tutti i dati sono stati condivisi. Chiediamo alla Cina di essere più aperta, trasparente, collaborativa. Dobbiamo la verità a milioni di morti», fu l’appello del n.1 OMS.

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