È sempre più d’attualità il tema della fuga dei cervelli. Ed è soprattutto in ambito sanitario che si registra la maggiore migrazione verso paesi dove la formazione e il titolo di studio vengono valorizzati da tutti i punti di vista, anche economico. A lanciare l’allarme sulla necessità di cambiare questo ‘trend’ è stata su l’Avvenire Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’università Milano-Bicocca e presidente della Crui, la Conferenza dei rettori delle università italiane.
Iannantuoni ha sottolineato come negli ultimi anni abbiamo un Sistema Sanitario Nazionale sempre meno attrattivo, su cui bisognerebbe investire con nuovi fondi per accrescere la vocazione nei giovani e avere più medici e infermieri. Il dato di fatto si basa infatti su una tendenza a formare in Italia migliaia di appartenenti al personale sanitario che però preferisce lavorare all’estero. La necessità di avere più laureati e specializzati nei settori scientifici sarà al centro della Notte europea dei ricercatori che si terrà a Milano il 27 e 28 settembre.
AVVICINARE I CITTADINI ALLA RICERCA E PIÙ FONDI CONTRO LA FUGA DEI CERVELLI
All’evento che si terrà a fine settembre saranno presenti iniziative gratuite aperte a tutte le età con 27 stand, 22 talk, 16 workshop e tre spettacoli. Tutto è pensato per avvicinare i cittadini alla ricerca scientifica e attrarre verso la formazione medica e infermieristica. Questa iniziativa, che coinvolge oltre 70 tra professori e ricercatori e circa 50 giovani phd, fa parte in realtà di un progetto più ampio chiamato Meet (Missions: Engagement and Education for Tomorrow) finanziato dall’Unione europea che comprende anche il programma Meetme@School rivolto alle scuole lombarde .
Sulla problematica della fuga dei cervelli è intervenuta anche Maria Pia Abbracchio, prorettrice vicaria dell’università Statale e delegata al coordinamento e alla promozione della ricerca, la quale, allineandosi con quanto affermato da Giovanna Iannantuoni, ha sottolineato l’importanza di dare maggiori garanzie lavorative ai giovani che aspirano a diventare medici e infermieri, avvicinandosi agli altri paesi europei. Allo stato attuale invece i numeri parlano della percentuale più bassa di laureati in Italia e Lombardia rispetto al resto europeo.