Sbarcare e fuggire. Il sistema dell’accoglienza dei migranti in Sicilia è andato in tilt. Centri stracolmi, assenza di strutture utili per la quarantena, migranti ammassati e fughe di massa. A mandarlo nel caos da un lato l’emergenza sanitaria che impone quarantene da 14 giorni e spazi adeguati con una permanenza molto più lunga delle precedenti, che impone all’arrivo procedure più lunghe perché all’identificazione si aggiungono gli screening sierologici, ma dall’altro è la quantità di arrivi. È come se con il bel tempo e il lockdown ormai lontano siano partiti tutti quelli che aspettano di imbarcarsi magari da mesi. E così gli arrivi si susseguono senza soluzione di continuità. I centri scoppiano e i migranti approfittano della confusione per fuggire dai centri di accoglienza dell’isola. Dopo l’episodio di domenica, quando in 184 sono fuggiti al centro di Pian del Lago di Caltanissetta, ieri ne sono scappati un altro centinaio da Porto Empedocle. La fuga è avvenuta dalla tensostruttura allestita sul molo per i controlli.



A renderla possibile è stato l’affollamento. La tensostruttura può ospitare circa 100 persone, ma al momento del caos c’erano 520 migranti e dunque un gruppo ha approfittato per scappare. La struttura è calda è senza finestre e dunque difficile da tollerare starci dentro in 500 e più. Polizia e Carabinieri sono riusciti a raggiungerne una decina, ma gli altri si sono dileguati e sono scattate le ricerche. Esattamente come avvenuto il giorno prima a Caltanissetta. Dopo un’intera notte le forze dell’ordine hanno ritrovato 125 migranti fuggiti, ma ne mancano all’appello 59.



La situazione adesso rischia di diventare esplosiva. La prefettura fatica a trovare posti e i trasferimenti verso le altre strutture sono lenti e difficili. Già 190 avrebbero dovuto lasciare Porto Empedocle prima dello sbarco di 320 proventi da Lampedusa (a lasciare l’isola sono stati in tutto 520). E intanto Lampedusa continua a scoppiare. Nonostante i trasferimenti dall’isola, i nuovi sbarchi si susseguono rapidamente. Attualmente nella struttura che può ospitare 95 persone ce ne sono 726 (sarebbero 1.250 senza i trasferimenti).

La struttura dell’accoglienza è in tilt e l’emergenza sanitaria con i relativi controlli e quarantene rende più difficile la gestione e più allarmanti le fughe. Inevitabili le polemiche.  “Pretendo rispetto per la Sicilia che non può essere trattata come una colonia”, dice Musumeci. “È semplicemente sbagliato che si faccia finta di nulla da parte del Governo di Roma e che si dica che tutto va bene. Nella gestione del fenomeno c’è troppa improvvisazione e superficialità”. E puntuale arriva anche l’intervento del leader della Lega Matteo Salvini per il quale Lampedusa viene trattata come un lazzaretto. Sulla vicenda della fuga dei migranti critico anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, per il quale si tratta di una questione di salute pubblica e solidarizza con i sindaci di Caltanissetta e Porto Empedocle dimenticando, per un attimo, di essere lui stesso il Governo. Poi ringrazia il Ministro Lamorgese per quel che sta facendo. E mentre si parla, si solidarizza, si polemizza le strutture continuano a scoppiare.



E in questo clima si fanno anche errori. Come il caso di una giovane donna incinta sbarcata a Lampedusa e trasferita in ospedale a Palermo per partorire. Ma giunta all’Arnas Civico il tampone rileva che è positiva al Coronavirus. E così viene trasferita all’ospedale Cervello nell’apposito reparto, ma un’ottantina di persone fra personale sanitario e anche qualche gestante entrata in contatto con la donna, ora viene sottoposta al tampone. Positivi risultano anche il marito e il primo figlio della donna. Com’è stato possibile? Dal sistema di accoglienza fanno sapere che lo screening sierologico era stato fatto e risultava negativo. Ma era solo il test cosiddetto con “pungidito” la cui affidabilità è stata messa più volte in dubbio. Un bel rischio quello preso dall’intero sistema che rischia di collassare. 

Quando ormai la situazione sembra sull’orlo del precipizio dal Viminale arriva al Presidente Musumeci la notizia che “entro pochi giorni sarà garantito l’invio nelle acque della Sicilia di una capiente nave-passeggeri da riservare ai migranti e il ricorso a contingenti delle forze armate, da destinare alle aree più sensibili”, come assicurato dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, nel corso di un colloquio telefonico con il presidente della Regione Siciliana.

“Al capo del Viminale – rivela il Governatore – ho denunciato, ancora una volta, la insostenibile situazione nell’Isola e la preoccupazione dei sindaci e delle comunità locali la cui esasperazione rischia di creare, specie in alcune zone, tensione e allarme sociale. Ho ricevuto precise garanzie sulla presenza di navi-quarantena lungo le coste siciliane e in prossimità dell’isola di Lampedusa, oltre la presenza di contingenti militari da affiancare alle poche e stremate unità delle forze dell’ordine per evitare il ripetersi di fughe dai Centri di accoglienza. Ormai appare chiaro come in Sicilia la questione migranti sia diventata anche una questione di ordine pubblico e di salute che non può più essere sottovalutata”. 

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