Fukushima, il rapporto dell’Agenzia per l’Energia Atomica Internazionale, in comune accordo con le Nazioni Unite ha dato il via libera allo sversamento delle acque radiattive utilizzate per il raffreddamento dei tre reattori della centrale che erano stati coinvolti del disastro nucleare avvenuto nel 2011. Dopo le ultime valutazioni avvenute stamattina grazie all’incontro tra il capo dell’agenzia nucleare Rafael Grossi e il primo ministro giapponese Fumio Kishida, ora i tecnici della Tokyo Electric Power Company stanno mettendo a punto le ultime operazioni per il funzionamento della conduttura sotteranea che scaricherà un milione e trecentomila tonnellate di acqua a largo della costa.



Dal documento che ha analizzato tutti i possibili rischi questa scelta viene definita “sicura ed in linea con gli standard internazionali per l’ambiente marino”. Critiche aspre però sono già arrivate in seguito all’approvazione, soprattutto dalla Cina, dal Sud Corea e dalle associazioni di pescatori che sostengono la totale incompatibilità ambientale e i rischi un grave danno per tutto il settore ittico che inevitabilmente subirà una crisi, soprattutto a livello di immagine di qualità senza precedenti.



Fukushima, acque radiattive finiranno in mare, Onu rassicura “Nessun rischio per l’ambiente”

Il ministro dell’ambiente giapponese Yoshimasa Hayashi ha rassicurato la popolazione in conferenza stampa dichiarando che presto saranno fornite tutte le prove scientifiche dettagliate descritte nel report che confermerebbero la sicurezza dell’operazione. Tuttavia restano polemiche da parte di Pechino, che tramite l’ambasciatore cinese a Tokyo ha affermato l’incompatibilità ambientale e il grave impatto sull’ambiente marino che questo sversamento delle acque di Fukushima potrebbe avere su tutto l’ecosistema.



Soprattutto è intervenuto per chiedere una revisione del report e la fornitura si soluzioni aternative che possano essere accettate da tutte le nazioni e definendo la scelta “irresponsabile ed antiscientifica“. Il rilascio avverrà comunque in modo graduale con un sistema di scarichi sotterranei, ed è inserito nel piano più ampio di smantellamento di tutti i componenti della centrale nucleare, che potrebbe durare molti anni, si stima anche fino al 2051.