La cristianità è prossima alla fine: a lanciare il grido di allarme è Fulvio Abbate dopo una visita a Napoli e tra i Sassi di Matera. Il presepe è cambiato e questo per lo scrittore è sintomo di un «Occidente cristiano prossimo all’implosione». Nella storia strada partenopea dei presepi, San Gregorio Armeno, «la certezza del tracollo valoriale si è manifestata in modo netto». Lo scrittore ha notato infatti una statuetta dedicata a Cristiano Malgioglio. La presenza di Angela Merkel, Giuseppe Conte, Matteo Salvini o il bomber del Napoli non suscita la stessa reazione. «Con l’irruzione di Cristiano Malgioglio nel teatro del mistero festivo, ripeto, muore ogni possibile dibattito presente e futuro sul valore d’uso simbolico, allegorico e perfino sentimentale del presepe, o presepio, o che dir si voglia», ha scritto tra le colonne dell’Huffington Post. Il presepe dunque per Fulvio Abbate non è più quello di una volta. Ma questo lo si era già capito, solo che l’arrivo di Cristiano Malgioglio è evidentemente per lo scrittore il sintomo di una perdita valoriale che si va aggravando.
FULVIO ABBATE E CRISTIANO MALGIOGLIO NEL PRESEPE: ATTACCO O PROVOCAZIONE?
Fulvio Abbate parla di una fine dell’Occidente cristiano «senza possibile remissione dei peccati». Nel momento in cui viene introdotto Cristiano Malgioglio nel presepe per lo scrittore è chiaro che «le parole di Benedetto Croce sul “perché non possiamo non dirci cristiani” abbiano cessato di avere senso, al massimo, sia a tutti chiaro, possiamo dirci “bricoleur”, amanti del bricolage, un po’ come i fissati con il modellismo aereo». Un grido d’allarme esagerato quello dello scrittore, abituato del resto a provocare? Per lo scrittore invece «basta poco perché millenni di storia dell’Avvento, e della stessa incarnazione del cristianesimo, che è tale in quanto pone la propria presenza al centro della Storia, svanissero». E dietro questo per Fulvio Abbate c’è anche «il trionfo della greve società dello spettacolo». La sensazione dello scrittore è che il sacro sia ormai alla portata di tutti. E quindi ripensando alla scena iniziale de “La dolce vita” di Federico Fellini, dove un elicottero trascina nel cielo dell’Eur di Roma la statua di Gesù, conclude: «Sembra di scorgere anche in quel caso il gettonatissimo Malgioglio».