Un consueto turno di lavoro si è trasformato in un incubo per un dipendente dell’azienda di trasporti Ctt. L’autista era alla guida di un autobus partito da Pisa verso Livorno quando un gruppo di ragazzi è salito a bordo ed ha iniziato a fumare uno spinello. L’uomo, residente in un paese della Valdera, dopo pochi minuti, ha avvertito i primi segnali di malessere, tanto da essere costretto ad accostare il mezzo e a chiamare un’ambulanza.



Occhi arrossati e difficoltà respiratorie, nonché palpitazioni e stato di agitazione. Una condizione che non gli ha permesso in alcun modo di portare a termine la tratta. Anche gli altri passeggeri a bordo, intanto, avevano chiesto ai ragazzi di spegnere lo spinello poiché infastiditi. Le richieste, tuttavia, a nulla erano valse, così come la segnalazione alle forze dell’ordine. L’autista è stato costretto a fermarsi, dopo avere percorso pochi chilometri, e a chiamare il 118. Da lì la corsa al pronto soccorso di Livorno, dove è stato soccorso. Il referto riporta una «reazione avversa dopo l’inalazione di fumi, presumibilmente di cannabis».



Fumano spinello sull’autobus per Livorno: la denuncia dei sindacati

L’episodio della tratta Pisa-Livorno, purtroppo, non è isolato. I casi di giovani e non solo che fumano uno spinello oppure consumano alcol sull’autobus, a discapito di passeggeri e autisti, sono frequenti. A denunciarlo, attraverso una nota comune, sono stati i sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil e Faisa-Cisal. “Gli autobus sono da tempo terra di nessuno. Siamo ormai arrivati a situazioni assurde e paradossali”, sottolineano raccontando quanto accaduto nelle scorse ore e ribadendo la necessità di incrementare gli interventi a tutela del servizio di trasporto pubblico.



È necessario intervenire in qualche modo soprattutto sulle corse serali e su quelle ritenute più a rischio”, questo l’ennesimo appello. In tal senso i sindacati degli autisti hanno proposto un accordo con la polizia municipale per la presenza di agenti in borghese sulle linee dove più spesso si verificano episodi di questo genere. “Non è più possibile lavorare in queste condizioni”, conclude la nota.