Si riaccende la discussione internazionale sulle politiche di contenimento del fumo, già oggetto di una recente discussione promossa dall’OMS che si è conclusa con un nulla di fatto dato che gli attori non sono riusciti a raggiungere un accordo; con il più recente sondaggio condotto dall’isituto Povaddo che (per conto di Philip Morris International) ha rilevato una netta spaccatura tra l’opinione dei cittadini e quella dei decisori politici. I divieti al fumo, per gli europei, non solo sarebbero fallimentari, ma rischierebbero anche di favorire il mercato sommerso, ottenendo l’effetto contrario rispetto a ciò a cui puntano.
“L’approccio dell’UE“, sintetizza William Stewart (presidente di Povaddo), “sembra più focalizzato su un obiettivo irrealistico” dato che si punterebbe a ‘vietare’ il consumo di nicotina in qualsiasi forma, mentre tra i cittadini vi è una chiara propensione “ad utilizzare prodotti meno dannosi“, come le già diffuse sigarette elettroniche e i più recenti ‘riscaldatori’. Proprio attorno a questo tema si era concentrato il dibattito (e soprattutto lo scontro) durante la COP10 di Panama sul fumo, con l’ente sanitario internazionale (sostenuto dall’Unione europea) che si è posto in controtendenza rispetto alle chiare indicazioni di esperti e scienziati, ignorando le numerose prove scientifiche a sostegno delle alternative alla combustione.
Il sondaggio Povaddo: cosa ne pensano gli europei delle alternative al fumo tradizionale
Scendendo nel dettaglio (e nel merito) del sondaggio di Povaddo che ha coinvolto 14.119 cittadini, in parte fumatore e in parte non fumatori, emerge preponderante (rilevata nel 74% del campione) l’idea che i divieti OMS non raggiungeranno l’obiettivo, ma anzi favoriranno lo ‘spaccio’ di sigarette tradizionali tra chi non riesce a fare a meno del fumo. Inoltre, un ulteriore fetta del 65% teme anche che questo avrà effetti ben più dannosi sui consumatori, che saranno (per così dire) costretti ad acquistare prodotti non tutelati dalle leggi sanitarie europee.
Dal punto di vista della cosiddetta riduzione del rischio e delle alternative (ovvero le e-cig e i riscaldatori) alle ‘bionde’ tradizionali, vi è un 69% di cittadini che vorrebbe campagne informative scientifiche e dettagliate sui benefici del fumo innovativo, con l’implicita (ed esplicita per il 69% degli intervistati) richiesta rivolta ai governi di finanziare ed attuare quei programmi, usando i vari media (tra social, giornali e televisioni). Da non trascurare, infine, l’opinione condivisa dal 67% del campione secondo cui OMS, UE e i vari governi nazionali dovrebbero favorire con sgravi fiscali il mercato delle alternative alla combustione per renderle migliori agli occhi dei consumatori.