Il fumo, l’abuso di alcol, ma anche un’alimentazione sregolata: sono tutte abitudini di vita che incidono pesantemente sull’operatività del sistema sanitario. Ma per evitarle non bastano divieti o politiche “repressive”. Per questo i ricercatori che si occupano di questi temi invitano a elaborare strategie più innovative, ad esempio incentivando, per quanto riguarda il fumo, il passaggio da prodotti ad alto rischio come le sigarette tradizionali ad altri in cui invece il rischio è ridotto. Di questo si è parlato a Londra al primo Forum annuale di economia e politica sanitaria della Brunel University, al quale ha partecipato anche Catia Nicodemo, professore associato all’Università di Oxford, Dipartimento di Scienze sanitarie di assistenza primaria di Nuffield, divisione medica.
Professoressa, quali sono i temi di ricerca del gruppo di lavoro che coordina?
Con il mio team ci occupiamo delle politiche sanitarie in vari Paesi, tra cui Regno Unito, Spagna e Italia. Cerchiamo di valutare se specifiche politiche sanitarie, basandoci sui dati ufficiali, hanno raggiunto nel tempo gli obiettivi desiderati dai decisori politici. Inoltre, ci occupiamo di incentivi economici ai lavoratori nel settore della salute, come per esempio i medici di famiglia, e della forza lavoro nel settore economico.
Ci può fare un esempio concreto?
Utilizzando i dati della mortalità dei registri per la Lombardia, una delle aree più duramente colpite dalla pandemia, dimostriamo che la presenza di una casa di cura in un comune è associata a tassi di mortalità significativamente più alti nella popolazione anziana dai 70 anni in su.
Vuole dire che qualcosa non ha funzionato in queste strutture durante il Covid?
Penso che abbiamo raccolto evidenze empiriche che potrebbero essere utilizzate dalla regione in futuro, in presenza di altri shock, per prevenire distorsioni derivanti da comportamenti non proprio razionali dei gestori di tali strutture.
Visto che a Oxford vi interessate anche del sistema sanitario lombardo, cosa ne pensa dell’idea dell’assessore alla sanità di introdurre un sistema che premi coloro che hanno comportamenti più salutari?
Al di là delle ideologie politiche, credo che sia un’idea innovativa, con un potenziale enorme per rendere più sostenibile il sistema sanitario regionale e nazionale. Ci sono molte persone che adottano comportamenti ad alto rischio per la salute, come fumare o bere in modo eccessivo, e ciò comporta costi significativi per il sistema sanitario. Un sistema che premi comportamenti più salutari potrebbe contribuire a risparmiare milioni di euro.
E per quanto riguarda i comportamenti meno rischiosi?
Promuovere l’uso di alternative meno dannose al tabacco, come le sigarette elettroniche e il tabacco riscaldato, potrebbe essere una strategia. È importante pianificare attentamente qualsiasi sistema premiante e considerare l’impatto sulle persone più svantaggiate, senza abbandonare nessuno. Il sistema sanitario nazionale è una risorsa preziosa, e come tale deve essere trattata.
Non crede che aumentare le tasse sui prodotti pericolosi potrebbe essere un modo per far convergere la popolazione verso prodotti a rischio ridotto?
Le tasse possono essere uno strumento, e sicuramente colpire i prodotti più dannosi con una tassazione più alta ha senso. Allo stesso tempo, devono essere implementate con attenzione per evitare di penalizzare solo le persone meno abbienti. Dobbiamo trovare un equilibrio tra politiche fiscali e incentivi positivi per promuovere comportamenti più salutari. L’esistenza di alternative aiuta a migliorare la situazione, sempre che queste alternative vengano rese accessibili anche ai meno abbienti.
In Inghilterra vogliono vietare completamente il consumo di tabacco alle generazioni future. Potrebbe essere un modo più efficace per risolvere il problema del fumo?
Qualsiasi iniziativa che miri a combattere il fumo è benvenuta, ma è importante basarsi su evidenze scientifiche per valutarne l’efficacia nel lungo termine. Non credo particolarmente nell’efficacia del proibizionismo, visto che, dati alla mano, storicamente non ha funzionato.
Ma l’iniziativa deve venire solo dallo Stato?
Dobbiamo considerare una varietà di approcci per affrontare le sfide della salute pubblica e non dovremmo affidarci esclusivamente al governo badante, al “grande fratello”, per dirla all’inglese. Investire in istruzione e promuovere una visione pragmatica del tema salute sarà fondamentale per migliorare la salute della popolazione nel lungo termine e mantenere i conti in ordine. E senza conti in ordine, non avremo la possibilità di avere una popolazione sana. Che ci piaccia o meno, questa è la realtà.
(Marco Tedesco)
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