La Conferenza episcopale italiana e Viminale hanno raggiunto un accordo sulle Messe in presenza dei fedeli nella Fase 2. Le parti hanno redatto un vademecum che però non vuol dire che la Chiesa debba aprire a breve alle celebrazioni. Secondo quanto riportato da Repubblica, una data probabile per l’apertura è quella del 24 maggio, quindi tra circa due settimane. Le celebrazioni dei funerali, possibili da oggi, saranno un banco di prova proprio in vista della riapertura. La sensazione è che la Cei non voglia far correre rischi ai fedeli e ai sacerdoti. Nel vademecum comunque sono state dettagliate delle regole imprescindibili: i fedeli indosseranno guanti e mascherina, dovranno sedere a distanza e saranno accolti all’entrata della chiesa da un parrocchiano incaricato della sicurezza. Non percorribile l’ipotesi del termoscanner, mentre è prevista invece la distribuzione dell’eucaristia da parte del sacerdote. Niente scambio della pace e acquasantiera vuota all’entrata della chiesa. (agg. di Silvana Palazzo)



FUNERALI E MESSE, COSA CAMBIA IN FASE 2

Lunedì 4 maggio scatta la Fase 2: nella lotta alla pandemia da Coronavirus, secondo le specifiche del Dpcm dello scorso 26 aprile, entriamo dunque in un momento di riapertura dopo la zona rossa estesa a tutta Italia e che dura dall’inizio di marzo. Le critiche ci sono già state, perché non sono in pochi a sostenere che di fatto la Fase 2 non si differenzi molto dai due mesi appena vissuti; sia come sia, uno dei temi che sono toccati è quello della celebrazione dei funerali. Ne avevamo già parlato nei giorni scorsi riportando anche la risposta della Cei, ma ora che siamo finalmente arrivati al 4 maggio possiamo ricordare quello che il decreto di Giuseppe Conte e del Consiglio dei Ministri prevede nello specifico. Come avevamo già detto, i funerali sono nuovamente aperti: la celebrazione sarà di competenza dell’autorità ecclesiale ma ci sono delle linee guida da seguire.



La prima, come il Viminale ha indicato, riguarda il corteo a seguito del feretro: questo resta ancora vietato, così come il contatto fisico nel corso del rito (si parla in maniera specifica dello scambio della pace). Naturalmente il tema diventa di attualità qualora venga celebrata la Messa di suffragio; sia come sia andrà poi mantenuta la distanza di sicurezza, mentre all’estero non sarà obbligatoria la mascherina (e questo è un argomento generale per la Fase 2). A tale proposito, va detto che il consiglio è che i funerali si celebrino comunque all’aria aperta; laddove non sia possibile, si potranno utilizzare chiese e luoghi di culto a patto che le autorità locali si preoccupino di verificarne la capienza. Qualora il funerale sia celebrato al chiuso la mascherina sarà invece obbligatoria, così come il distanziamento; non solo, all’interno della chiesa o del luogo di culto potrà entrare un massimo di 15 persone, numero che potrebbe essere aumentato già dalle prossime settimane.



CORONAVIRUS FASE 2: FUNERALI E MESSE

Per quanto riguarda, invece, i termoscanner sono stati fatti passi avanti col Comitato tecnico scientifico: «Abbiamo fatto presente la difficoltà enormi», ha spiegato il portavoce della Cei, don Ivan Maffeis, alla trasmissione “La Finestra su San Pietro” del Gr1. Difficile attrezzarsi, quindi il Cts, «consapevole di come molti italiani stiano assumendo sempre maggiore responsabilità, ha accettato di non rendere vincolante questa disposizione». Questo vuol dire che il termoscanner, in un primo momento richiesto per la celebrazione dei funerali, non è più considerato tale. Infine nel Dpcm della Fase 2 c’è anche una specifica sulle Messe, un argomento che ha diviso la popolazione in Italia e causato la reazione da parte della Cei: queste restano vietate ma si parla della possibilità di celebrarle all’aperto a partire dal prossimo 11 maggio. Inoltre, le ultime notizie indicano che dal 24 o dal 31 maggio si potrebbe tornare all’interno delle chiese; questo dopo la presa di posizione da parte della Conferenza Episcopale Italiana. Ricordiamo che il provvedimento riguarda ovviamente la presenza dei fedeli: come ben sanno i cattolici, in questo periodo di quarantena da Coronavirus non sono poche le parrocchie che si sono attrezzate per trasmettere la Messa in streaming, direttamente su YouTube o i social network o utilizzando, laddove possibile, le televisioni locali.