Una fiaccolata a Lecce per Giuseppe De Donno. Nel giorno del funerale del primario di Pneumologia del Carlo Poma di Mantova morto suicida sei giorni fa, un gruppo di cittadini si è riunito questa sera in piazza per ricordarlo. La morte di De Donno, che aveva origini salentine, è arrivata dopo le dimissioni dal reparto in cui lavorava. Ancora da chiarire le cause: il medico era stato attaccato e aveva dovuto fronteggiare la delusione legata al mancato successo della sua cura con il plasma.
“Giuseppe De Donno voleva fare il bene del malato”, ha detto il professor Stefano Montanari, nanopatologo, nella trasmissione Speciale ‘Piazza Libertà’ andata in onda su Canale Italia. “Era un medico, non qualche ex ‘zanzarologo’ che va in tv. Voleva guarire le persone con ciò che la medicina conosce”. (aggiornamento di Andrea Murgia)
GIUSEPPE DE DONNO, FUNERALI MANTOVA: UOMO CON CARTELLO “UCCISO DALLO STATO”
Folla a Mantova ai funerali di Giuseppe De Donno, pneumologo pioniere del plasma iperimmune suicidatosi martedì scorso. Anche in previsione di ciò, è stato ingente il dispiegamento di forze dell’ordine. Si temeva infatti l’arrivo di una nutrita schiera di “No Vax” e “No Green Pass”. Dunque, tanti agenti della polizia locale e della polizia di Stato hanno presidiato questa mattina la basilica di Sant’Andrea di Mantova. In 700 hanno partecipato ai funerali, accogliendo il feretro con un lunghissimo applauso, ma a parte un paio di cartelli esposti da altrettanti partecipanti (uno riportava la scritta «ucciso dallo Stato» e l’uomo è stato allontanato dalla Digos, come riportato da Fanpage), la cerimonia funebre si è svolta in maniera composta, senza manifestazioni eclatanti o prese di posizione. Inoltre, il parroco di Montanara, frazione di Curtatone, ha toccato solo aspetti religiosi. «Siamo chiamati a raccogliere l’eredità spirituale di Giuseppe, affinché possa continuare a vivere in chi lo ha amato. Caro Giuseppe, tu che ora puoi gustare la dolcezza del Signore ed ammirare il suo santuario, illumina i passi di coloro che ti amano, perché possano consegnare a Dio gioie, speranze e affanni della vita e sentire la forza dell’amore», le parole di don Cristian Grandelli durante l’omelia.
Nessun riferimento alla vita personale di Giuseppe De Donno, né sono intervenuti la moglie Laura e i figli del medico, Edoardo e Martina. Secondo il Corriere della Sera potrebbe essere una scelta precisa, legata alla volontà di non dare adito a teorie o testo particolari sulla morte. Ad esempio, fuori dalla chiesa è apparso un messaggio: «Non siamo mammalucchi! Noi ti consegniamo al futuro. Riposa in pace. Grande medico, grande uomo. 27/02/2020-27/07/2021». Dunque, l’accostamento delle date fa intuire che Giuseppe De Donno si sarebbe suicidato in un supposto anniversario di un anno e cine quesi dall’inizio della pandemia Covid, almeno per quanto riguarda l’Italia. (agg. di Silvana Palazzo)
GIUSEPPE DE DONNO, OGGI FUNERALI A MANTOVA
Si terranno nella giornata di oggi i funerali di Giuseppe De Donno, il 54enne pneumologo primo a sperimentare la cura con il plasma sui malati di covid. L’appuntamento è fissato nelle prossime ore presso la basilica di Sant’Andrea di Modena, la città dove lo stesso Giuseppe De Donno era nato. In realtà il camice bianco era originario del vicino paese di Eremo di Curtatone, lo stesso dove è stato trovato senza vita e dove ieri è stata allestita la camera ardente presso la sala consiliare del Comune.
Una folla composta, come ricorda Il Giornale, ha presenziato nelle scorse ore per omaggiare lo scomparso medico, da mesi in prima fila nella lotta al covid, e oggi sono attesi numerosi per l’ultimo saluto, tenendo conto anche della forte eco che ha avuto la notizia del suo decesso. L’appello dei suoi cari è però quello di restare in silenzio e rispettare la privacy e il dolore della famiglia: «In questo drammatico momento – scrivono i parenti attraverso una lettera pubblicata su Facebook – il silenzio sarebbe la forma più grande di rispetto e di amore per lui e tutti i suoi cari. Vi ringraziamo per tutto l’amore che viene dimostrato, ma ci sono situazioni private che non possono e non devono essere strumentalizzate».
GIUSEPPE DE DONNO: FAMIGLIA CONTRO NO VAX
I famigliari proseguono: «Giuseppe De Donno era un medico che amava la sua professione fino in fondo e che non ha mai rinnegato la scienza. Un medico stimato ed apprezzato per aver dato tutto se stesso per il bene della comunità. Era una persona gentile, con una parola di conforto al momento giusto in ogni occasione per ognuno di noi».
Quindi un accenno con un pizzico di polemica a quanto emerso in questi giorni: «Chi lo conosce realmente sa che nulla di ciò che in questi tristi giorni stiamo leggendo su web, social, quotidiani e striscioni appesi per la città lo rappresentano». Un chiaro riferimento al popolo no-vax che ha puntato il dito nei confronti dello stesso Giuseppe De Donno da quando è deceduto, ma secondo Il Giornale, “sarebbe giusto, per onore alla verità, estenderlo anche alla fazione opposta: cioè camici bianchi, giornalisti e blogger travestiti da opinionisti che De Donno lo hanno ridicolizzato ingiustamente”.