Lo scorso 29 ottobre, Rossano Rubicondi ha perso la vita per un’embolia polmonare causata dal tumore che lo aveva colpito. Per il 49enne è stato organizzato un doppio funerale. Dopo la camera ardente allestita a New York, ieri, venerdì 6 novembre, si sono svolti i funerali nella Grande Mela. Le immagini dell’ultimo saluto ricevuto da Rubicondi a New York sono state mostrate da Barbara D’Urso nel corso della puntata di Pomeriggio 5. Rubicondi, inoltre, riceverà l’ultimo saluto anche in Italia dove arriveranno metà delle ceneri mentre l’altra metà le terrà Ivana Trump che hanno annunciato i genitori di Rubicondi.

Oggi, sabato 6 novembre, in quel di Milano, si terrà così una messa in suffragio di Rossano Rubicondi organizzata dagli amici. Ad annunciarlo è Roberto Alessi, direttore del settimanale Novella 2000, con un post pubblicato su Instagram.

Funerali Rossano Rubicondi: oggi l’ultimo saluto degli amici italiani

Dopo il funerale organizzato a New York dove Rossano Rubicondi viveva da tempo, oggi, sabato 6 novembre, gli amici e i parenti di Rubicondi avranno la possibilità di ricordarlo con una messa organizzata presso la Chiesa di San Giuseppe-largo Victor De Sabata, a Milano, come annuncia Roberto Alessi. Secondo alcune indiscrezioni, inoltre, l’urna con metà delle ceneri di Rubicondi dovrebbe arrivare in Italia in tarda serata.

Alessi, inoltre, su Instagram, annuncia che Rubicondi stava lottando con tutte le sue forze contro il male che lo aveva colpito. In queste ore continuo a leggere sul web dichiarazioni di amici di Rossano Rubicondi in cui si dice che aveva deciso di smettere di combattere. Non è così. Rossano voleva vivere. «Verrò a operarmi in Italia», diceva a Michele Donato, un caro amico di Londra, in un audio (che ho anch’io) dello scorso luglio, in cui con il suo solito tono scanzonato diceva: «In ospedale mi hanno tolto tutto, inizio mercoledì con le bombe per un anno, una volta ogni tre settimane, un’ora a bomba in endovena, livello quattro, devo combattere tutto il corpo». Si sente chiaramente che voleva combattere e vincere”, scrive il direttore di Novella 2000.