DOLORE AI FUNERALI DI PADERNO DUGNANO PER LA STRAGE FAMIGLIARE: L’OMELIA DI DELPINI E LE DOMANDE DI DIO

Un dolore profondo e misterioso e poi il grande “buio”: la strage di Paderno Dugnano ha visto oggi l’ultimo saluto terreno con i funerali nella chiesa di Santa Maria Nascente della cittadina colpita dalla gravissima strage famigliare dello scorso 1 settembre 2024. Papà Fabio, mamma Daniela e il fratello Lorenzo: davanti alle tre bare durante i funerali officiati dall’arcivescovo di Milano mons. Mario Delpini c’era idealmente tutta la comunità di Paderno Dugnano, c’erano gli amici e i familiari, ma non c’era Riccardo. Il 17enne reo confesso della strage è all’istituto Beccaria di Milano, seguito giorno dopo giorno dalla vicinanza del cappellano Don Claudio Burgio.



È proprio alla sua associazione “Kayros” che si è deciso di destinare le offerte durante i funerali, una sorta di continuità per non fare venire meno il sostegno a Riccardo e a tutti i ragazzi che a causa dei loro tragici errori si ritrovano in carcere, seppure minorile: durante l’omelia dei funerali di Paderno Dugnano, l’arcivescovo ha tracciato un ipotetico “dialogo” tra Dio e le tre vittime in Paradiso dopo l’immane tragedia. Un dialogo in cui il Signore chiede conto alla famiglia il perché di quanto successo e in cui, con commossa sensibilità, è possibile intravedere comunque un filo rosso tra le vittime e il “carnefice” già arrestato e fin da quasi subito pentito di quanto male commesso.



“SPERANZA, AMORE E RESPONSABILITÀ PER RICCARDO”: IL ‘DIALOGO’ TRA DIO E LE VITTIME SECONDO L’ARCIVESCOVO DI MILANO

Tutte e tre le persone uccise in quella dannata notte di inizio settembre a Paderno Dugnano “dialogano” con Dio secondo l’arcivescovo Delpini, il quale chiede conto del mistero di quanto successo con tutta la voluta paradossalità della richiesta. È infatti l’umanità a non avere parole e a chiedere il perché di fatti così terribili e così misteriosi: eppure in quel dialogo è come se, in punta di piedi, si inizia ad intravedere una possibile “risposta” di fronte al male. La vitalità giovane di Lorenzo, l’amore sconfinato di mamma Daniela e l’autorità benevola e responsabile di papà Fabio: nell’omelia dei funerali di Paderno Dugnano questi tre elementi sono i “doni” che idealmente raggiungono Riccardo di fronte al suo male.



Come dice ancora la madre nel “dialogo” riportato dall’arcivescovo, «voglio stare vicino a Riccardo per continuare a rassicurarlo di fronte al mistero»: a differenza di quanto si potrebbe pensare nella “banalità” (anche comprensibile) di un sentimento di rabbia nei confronti di chi ha commesso tutto questo, la “pietas” cristiana espressa da Delpini riflette sul valore molto più profondo e intrinseco dietro alla strage. Quelle tre persone strappate alla vita da ancora non si sa quale “motivo” in testa al figlio 17enne, non odiano Riccardo né lo attaccano: non viene tolto l’elemento di atrocità dalla tragedia, non viene de-privato di responsabilità l’autore del triplice delitto, ma viene sostenuto e accompagnato nella prova ora più grande che lo attende, vivere con quel rimorso. Come ripete l’arcivescovo Delpini chiudendo l’omelia nella chiesa di Paderno Dugnano, di fronte alla incomprensibile tragedia la parola di Gesù aiuta a decifrare anche il più insondabile degli enigmi, oltre che a raccogliere da Fabio, Daniela e Lorenzo tre grandi doni per Riccardo (e per tutti): «il cantico della vita e della speranza di un fratello», così come «l’intensità dell’amore misterioso (in quanto frutto del Mistero, ndr) di una mamma» e infine anche la «responsabilità della parola vera di un papà».