Sono stati momenti di terrore, da incubo, da film horror, quelli vissuti da trenta persone domenica scorsa sulla funivia sopra Cortina d’Ampezzo. Il mezzo si è di fatto bloccato, sospeso nel vuoto, e il panico, giustamente, si è diffuso all’interno della cabina della funivia soprattutto fra chi soffriva di vertigini e temeva di morite. Troppo recente, del resto il caso della funivia del Mottarone, l’agghiacciante scena della cabina che si è sganciata, finendo poi per schiantarsi al suolo e provocando vittime e feriti.
L’episodio del Veneto si è verificato questa domenica, 21 luglio, attorno alle ore 16:00. Sembrava una giornata normale a bordo della Freccia del Cielo, il mezzo che collega il centro di una delle perle delle Dolomiti con la vetta della Tofana di Mezzo. Peccato però che la funivia si sia bloccata prima di arrivare a destinazione, sospesa nel vuoto per via di un guasto all’impianto elettrico che, secondo Open, potrebbe essere dovuto ad un fusibile bruciato.
FUNIVIA DI CORTINA, 30 A BORDO FRA ITALIANI E STRANIERI
A bordo vi erano in totale 30 persone, di cui 9 italiani e il resto tutti stranieri, che hanno dovuto attendere per diversi minuti, sospesi nel vuoto temendo il peggio, prima che la funivia di Cortina si sbloccasse, e potessero scendere sani e salvi a terra. L’evento è stato traumatico perchè è cominciato proprio come l’episodio del Mottarone.
Un testimone, parlando con Repubblica, ha infatti spiegato che, dopo essere saliti a bordo della cabina, la stessa si è sganciata all’improvviso, per poi precipitare nel vuoto, senza fermarsi. L’accelerazione è stata “impressionante” ha raccontato ancora, e nel giro di pochi istanti i 30 occupanti si sono trovati a pochi metri dalle rocce sottostanti. Fortunatamente, a differenza di quanto avvenuto al Mortarone, la cabina non è uscita dalla sua sede, ma è rimasta ancorata ai cavi, bloccandosi in maniera improvvisa.
FUNIVIA DI CORTINA, IL SANGUE FREDDO DEL MACCHINISTA
Ma il panico non si è esaurito con lo stop, visto che la stessa cabina ha iniziato ad oscillare pericolosamente, e ad un certo punto sembrava vicino al ribaltarsi, con la gente che ha iniziato quindi ad urlare e a piangere “qualcuno pregava”, aggiunge ancora il testimone, ammettendo di aver pensato alla morte. Il tutto si è svolto con tre diverse “cadute”: la prima, alla partenza, e poi altre due, quasi a far presagire un crollo nel vuoto.
Fortunatamente all’interno della stessa cabina vi era un addetto ai comandi che, stando ai presenti, ha mantenuto il sangue freddo ed è riuscito a rassicurare la gente, ma ad un certo punto i 30 a bordo avevano quasi perso le speranze, rassegnandosi ad una brutta fine. Tutto merito dei freni di emergenza, che hanno retto (a differenza invece del Mortarone), dopo di che la cabina è stata riportata a quota 3.244 metri. Roberto Rimboli, responsabile degli impianti di risalita e della funivia di Cortina d’Ampezzo, comunque spiega: “Mai in pericolo di vita i passeggeri”.