Dopo la tragedia di domenica 23 maggio 2021 della funivia Stresa-Mottarone, la Leitner, azienda italiana produttrice di impianti a fune, ha reso noto l’elenco delle manutenzioni e dei controlli effettuati negli ultimi mesi, in base al contratto sottoscritto con la società di gestione Ferrovie del Mottarone. Si scopre così che l’intervento più recente risale a lunedì 3 maggio scorso, esattamente 20 giorni prima del dramma, quando furono eseguiti la manutenzione e il controllo delle centraline idrauliche di frenatura dei veicoli.
Andando a ritroso, si scopre che tra il 29 marzo e il 1° aprile, andarono in scena controlli non distruttivi su tutti i componenti meccanici di sicurezza dell’impianto previsti dalla revisione quinquennale (la scadenza era fissata ad agosto 2021, ma si era deciso di giocare d’anticipo sui tempi). Inoltre, il 18 marzo erano state svolte prove di funzionamento del sistema d’azionamento, il 4 e il 5 marzo la lubrificazione e i controlli dei rulli e delle pulegge delle stazioni il 1° dicembre 2020 finti tagli su entrambe le vetture e il 5 novembre 2020 il controllo periodico magnetoinduttivo delle funi traenti (con esito positivo). (aggiornamento di Alessandro Nidi)
FUNIVIA STRESA-MOTTARONE, PERCHÉ È PRECIPITATA?
Il cavo di trazione si è tranciato e il sistema di freni di sicurezza non ha funzionato. Questa l’evidenza empirica sottolineata dal procuratore di Verbania Olimpia Bossi. «Ha funzionato invece per l’altra cabina, che si è bloccata. Logica vorrebbe che si è spezzato il cavo e l’impianto frenante non ha funzionato, ma può anche essere il contrario». Ma saranno i consulenti a stabilirlo. «Ho già parlato col Politecnico di Torino, anche se non ho ancora dato l’incarico. Serviranno ingegneri meccanici e stiamo valutando se servano anche esperti in metallurgia». In questo momento, dunque, sono determinati gli accertamenti sui dispositivi di sicurezza, perché potrebbero essere la causa della caduta della cabina, sebbene la manutenzione sembri in regola. Va chiarito soprattutto il fatto che il freno d’emergenza della cabina non abbia funzionato. A tal proposito Matteo Gasparini, responsabile provinciale del Soccorso alpino, come riportato da Repubblica ha spiegato: «Sono tutte supposizioni, ma credo ci sia stato un doppio problema: la rottura del cavo di trazione e il mancato funzionamento del freno di emergenza. Non sappiamo perché non si sia attivato, mentre nella cabina a valle ha funzionato». La mancata attivazione del freno ha fatto sì che la cabina, dopo la rottura del cavo di trazione, «abbia preso velocità, iniziando a scendere lungo il cavo di sostegno rimasto intatto, finendo così catapultata fuori». Il comandante dei vigili del fuoco di Verbania sulla dinamica a Non è l’Arena aveva spiegato: «Le cause ancora non si possono individuare possiamo ricostruire l’incidente. La cabina era quasi arrivata in quota, nel tratto finale è quello in cui si determina il massimo forzo del cavo traente, quindi la cabina è tornata indietro acquistando velocità, quando ha incontrato il pilone probabilmente è scarrucolata, uscendo dall’appoggio, così è caduta al suolo». Durante il programma di Massimo Giletti è intervenuto il giornalista Giulio Seminara che ha spiegato: «Ogni funivia ha una scatola nera, è impossibile non sapere cosa è successo». Quindi, sarà importante anche l’analisi di tutti i dati contenuti. (agg. di Silvana Palazzo)
FUNIVIA STRESA-MOTTARONE: CAVO TRANCIATO, FRENI…
«Il cavo era tranciato a terra e il sistema di freni di sicurezza pacificamente non ha funzionato perché la cabina si sarebbe bloccata. Perché questo si sarebbe verificato è oggetto dell’accertamento che sarà svolto», così ha spiegato stamattina ai giornalisti il procuratore capo di Verbania Olimpia Bossi, dando le ultime novità sull’inchiesta per la tragedia della funivia Stresa-Mottarone. I capi di accusa – per ora ancora senza indagati, troppo presto dato che serve capire chi sia realmente coinvolto nella proprietà della funivia sul Lago Maggiore – vanno da omicidio colposo plurimo, lesioni colpose (per il bimbo ferito, Eitan), disastro colposo (all’interno del reato di attentato colposo alla sicurezza dei trasporti). «C’è l’ente proprietario che deve essere ancora chiarito se è tuttora la Regione Piemonte e/o il Comune di Stresa, c’è la società che gestisce l’impianto che è la società Ferrovie del Mottarone, ci sono le società che hanno effettuato lavori di ristrutturazione dell’impianto che hanno riguardato il biennio 2014-2016 e c’è una società incaricata della revisione annuale (la normativa prevede una revisione annuale), l’ultima ci risulta effettuata nel novembre 2020, circa sei mesi fa», ha spiegato ancora il procuratore. Nel frattempo con l’arrivo a Stresa del Ministro dei Trasporti Giovannini, il Governo ha istituito una commissione specifica che si aggiunge alle indagini della magistratura, «l’impegno di tutte le istituzioni non solo per evitare che questo accada ancora, ma per aiutare chi è stato colpito».
CHE COS’È SUCCESSO IERI SUL MOTTARONE
13 morti, 3 feriti di cui 2 bambini gravissimi all’ospedale di Torino: il bilancio del tragico incidente avvenuto alla funivia Stresa-Mottarone questa mattina, sulla splendida cornice del Lago Maggiore, è drammatico e ha purtroppo risvegliato un intero Paese nel giorno di festa per le prime timide riaperture e il bel tempo. Mentre ancora si cerca di identificare le 13 vittime innocenti del dramma, la magistratura giunta sul luogo ha iniziato quello che sarà un lungo processo di ricerca delle cause e delle fatali motivazioni che hanno portato quella fune della cabina a spezzarsi mentre la funivia che collega il Lago con la cima del Mottarone stava per arrivare in vetta a 1500 metri.
La Procura di Verbania ha deciso di porre sotto sequestro l’intero impianto di risalita Stresa-Mottarone per stabilire cosa sia davvero successo stamane a poche centinaia di metri dall’arrivo in vetta di quella sciagurata cabina della storica funivia inaugurata l’1 agosto 1970. L’impianto è stato già chiuso in alcuni periodi in questi ultimi 51 anni: nel 2014 sottoposto a lavori di manutenzione e riaperto il 13 agosto 2016, un’altra lunga chiusura si era verificata alla fine degli anni ’90. Nel luglio 2001 la funivia si era bloccata per un guasto ma in quel caso nel primo tratto dopo la partenza da Stresa era stato necessario l’intervento dei soccorritori per portare in salvo una quarantina di turisti.
STRESA-MOTTARONE, DINAMICA TRAGEDIA
L’impianto era stato riaperto ieri, dopo il secondo lockdown in Piemonte mentre la revisione della funivia Stresa-Mottarone è stata effettuata nel 2016 dalla società altoatesina Leitner di Vipiteno, una delle più importanti aziende operanti nel settore dei trasporti a fune: «L’impianto era assolutamente sicuro, era stata fatta la revisione generale, quindi un ciclo di manutenzione completo», ha spiegato Valeria Ghezzi, presidente di Anef, l’Associazione Nazionale Esercenti Impianti a Fune. I lavori di revisione tecnica della funivia sono costati 4 milioni e 400 mila euro, finanziati dalla Regione Piemonte, dal Comune di Stresa, e dalla società di gestione. La dinamica esatta è ancora tutta da spiegare, anche se i primi soccorsi hanno cominciato a tracciare quanto sia realmente successo stamane: la sindaca di Stresa Marcella Severino ha riferito ai media locali il racconto di alcuni testimoni che hanno sentito «un forte sibilo e poi hanno visto la cabina retrocedere velocemente per poi essere sbalzata via al momento dello schianto contro il pilone». La cabina sarebbe a quel punto rotolato per decine di metri nei boschi sotto la fune spezzata, con molti dei corpi purtroppo sbalzati fuori nell’impatto: «Ora appare sostanzialmente distrutta a terra quasi completamente accartocciata, quindi la caduta è stata evidentemente significativa» ha spiegato Walter Milan portavoce del Soccorso Alpino parlando in diretta con Rainews 24. I carabinieri di Arona e Verbania hanno spiegato che a staccarsi è stato un unico cavo, purtroppo portante, mentre gli altri sono rimasti tutti intatti.