In occasione della puntata di “Storie Italiane” andata in onda venerdì 4 giugno 2021 si è tornati a parlare della strage della funivia Stresa-Mottarone. L’inviato Edoardo Lucarelli ha spiegato che con un drone la Rai ha effettuato alcune riprese dall’alto per ricostruire l’accaduto: in buona sostanza, la cabina numero 3 stava sorpassando l’ultimo pilone, mancavano ormai 3, 4, 5 metri all’arrivo. A un certo punto, però, la fune traente si è spezzata e, nel giro di quattordici secondi, la cabina ha compiuto 460 metri in discesa verso il pilone a 120 chilometri orari o forse anche di più. A quel punto, ha scarrellato, si è innalzata ed è caduta, fermandosi contro gli alberi.



Claudio Zanotti, ex presidente del consorzio che gestiva la funivia tra il 1997 e il 2001, ha dichiarato al programma: “La pratica dei forchettoni, che non avrebbe essere dovuto fatta con i clienti a bordo, penso che sia nota a Tadini. Un problema del genere doveva essere immediatamente portato all’attenzione dei responsabili. Le anomalie all’impianto frenante non possono essere sottovalutate”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)



FUNIVIA MOTTARONE, NERINI GIÀ INDAGATO

Presso la Procura di Verbania sono in corso indagini non solo per la tragedia della funivia Stresa-Mottarone, crollata lo scorso 23 maggio causando 14 morti innocenti: secondo quanto riportato dalla richiesta di conferma dei fermi avanzata presso il gip (respinta dalla giudice, ndr) il proprietario delle Ferrovie del Mottarone Luigi Nerini sarebbe già indagato per due altrettanti incidenti avvenuti sul Mottarone presso la pista “Alpyland” (un’attrazione in montagna con cabine su rotaia, simili a delle montagne russe sullo splendido panorama del Verbano. La circostanza è presente negli atti del procedimento sulla sciagura dello scorso 23 maggio ma risale a incidenti avvenuti nel 2017 e nel 2019 e che hanno provocato il ferimento di un dipendente e di un passeggero. Per quei due precedenti, il reato ipotizzato è lesioni colpose, mentre Nerini è indagato (assieme al capo servizio Luigi Tadini e al direttore della funivia Mottarone Enrico Perocchio) per omicidio colposo e disastro colposo: a differenza di Tadini, Nerini e Perocchio sono stati rilasciati dal gip di Verbania e si apprestano a costituire l’impianto di difesa in vista di un possibile processo. Il particolare di Alpyland non è collegabile assolutamente con il disastro di domenica 23 maggio ma viene ricordato dalla procura per sostenere «la già dimostrata insofferenza ad uno scrupoloso rispetto delle misure di sicurezza volte a tutelare l’incolumità degli utenti di tale genere di impianti».



LE INDAGINI SULLA FUNIVIA PROSEGUONO

Nel frattempo le indagini su cosa abbia portato la fune traente della funivia sul Lago Maggiore a spezzarsi due domeniche fa proseguono: con esse, anche la verifica sul video Zdf che mostrerebbe l’inserimento attivo dei forchettoni (o ceppi) ben prima della primavera 2021, quando la funivia è stata riaperta dopo il lockdown. La novità di ieri nelle indagini vedevano un nodo al centro del mistero: l’impiego dei ceppi in più occasioni durante la corsa della funivia (per evitare di farla bloccare, come ha più volte già detto agli inquirenti lo stesso Tadini) avrebbe alla lunga scaricato una tensione eccessiva sulla fune portandola alla rottura. «Gli accertamenti tecnici sono piuttosto laboriosi e richiederanno, fra l’altro, un accesso all’interno della cabina, che è ancora sul posto e che potrà essere rimossa solo con una serie di accorgimenti», spigano le fonti di indagine all’ANSA. In attesa della seconda ispezione nel prossime ore, ha parlato l’avvocato Marcello Perillo, legale difensore del capo servizio Tadini: «Vogliamo fare una ricognizione – ha detto – perché finora abbiamo potuto esaminare solo delle fotografie. È un’iniziativa che riguarda gli aspetti tecnici: la cabina, la fune, il sistema frenante. Sono molti i dati da sottoporre a valutazione. La procura ci ha vietato la ricognizione. Noi andremo lo stesso e vedremo cosa potremo fare. Ma sono molto risentito». A seguire, l’avvocato ha poi negato che prima del 2021 i “ceppi” possano essere già stati inseriti per “manomettere” i freni di emergenza: «Prima di quest’anno sulle cabine della funivia del Mottarone “i ‘forchettoni’ sono stati adoperati per il giro a vuoto o per la manutenzione, ma mai con gente a bordo». In merito alle persone che si vedono a bordo della cabina nel video della tv tedesca Zdf, conclude Perillo, «secondo Tadini si tratta di addetti alla funivia o manutentori».