L’ipotesi avanzata oggi dalla procura di Verbania prende sempre più piede con una possibile prova dell’errore umano sulla tragedia del Mottarone: alcune foto dal luogo dello schianto della funivia sopra Stresa mostrerebbero un freno di emergenza della cabina realmente disattivato al momento del crollo. L’analisi dei fotogrammi ripresi sulla carcassa della funivia Stresa-Mottarone, fatta da un esperto di funi e cavi contattati dal Corriere della Sera, vedrebbe il “forchettoneapplicato (una staffa in metallo di colore rosso) sulla cabina per tenere aperte le ganasce del freno, impedendone così l’attivazione in caso di necessità.



In attesa di conferme – e di capire ad esempio come si sia spezzato il cavo traente, elemento a sé stante rispetto al “pasticcio” del “forchettone” – i dubbi restano comunque diversi anche su questa ricostruzione: «Il secondo forchettone potrebbe essere saltato via durante l’incidente — dice l’ingegnere al CorSera— Oppure potrebbe non essere mai stato inserito». Ma la prima staffa risulta inserita il che non sarebbe dovuto avvenire con la gente regolarmente a bordo della funivia in quella tragica domenica sopra Stresa: nel frattempo i carabinieri hanno convocato per i primi interrogatori i dipendenti dell’impianto di risalita per provare a raccogliere i primi elementi di quella che si presuppone come una lunga indagine.



LE INDAGINI SULLA FUNIVIA PRECIPITATA SUL MOTTARONE

Una tragedia fatale? Un errore umano? Un danno non presentabile e improvviso? Le domande sulla strage della funivia Stresa-Mottarone sono tantissime e giustamente la pm che indaga sulla morte dei 14 occupanti (su 15, il piccolo Eitan sopravvissuto sarebbe ormai fuori dal pericolo di vita) spiega ai giornalisti «Serve verità, non fretta».

Per la procuratrice di Verbania Olimpia Bossi le indagini sono e saranno molto complesse, con numerosi elementi da attenzionare e un chiarimento delle responsabilità dell’impianto ancora tutto da decretare: come mai il freno di emergenza non è intervenuto per bloccare la cabina con a bordo i 15 turisti, dopo la rottura del cavo traente, è il primo mistero a cui si dovrà cercare di dare una risposta. E su questo emergono stamane le prime significative novità: «La cabina era sostanzialmente arrivata al punto di sbarco, si vede che sussulta e torna indietro», ha spiegato ancora la pm illustrando i primi esiti delle immagini di videosorveglianza piazzate sulla funivia del Mottarone. La visuale non è perfetta in quanto limitata alla zona dell’arrivo, ma l’elemento riguardo il freno potrebbe avere ripercussioni importanti: «non si esclude l’errore umano», così come il «mancato funzionamento del sistema di frenata», ribadisce Bossi.



ERRORE UMANO? IL DUBBIO SUL “FORCHETTONE”

Il giorno prima dell’incidente fatale v’era stato un bocco dell’impianto ed era stata fermata l’intera funivia per un intervento di breve manutenzione: «Se questo sia collegato o meno con l’incidente ancora non lo sappiamo, così come non sappiamo se erano presenti all’interno della cabinovia delle persone». Ora, non pochi esperti riferiscono come una delle possibili spiegazioni sul mistero di quella caduta così fatale a soli 5 metri dall’arrivo della cabina domenica mattina, riguarda il “forchettone”: si tratta dell’elemento in ferro che mantiene aperte le ganasce del freno e impedisce che si attivi in caso di necessità. Normalmente tale “forchettone” viene usato per il giro di prova quando le cabine sono vuote per evitare all’operatore di doversi spostare nel caso in cui statti il freno per qualsivoglia motivo (guasto idraulico, elettrico, blackout etc.). Come spiega Tg Com24, «Se il forchettone è montato la cabina riesce a scendere, se non c’è occorre andarla a sbloccare manualmente»: con i passeggeri a bordo deve essere rimosso tale “forchettone” e uno dei possibili dubbi sarebbe proprio il suo rimanere in funzione dopo il blocco del giorno prima. Per questo motivo però non si può escludere l’errore umano alla base della tragedia sulla funivia del Mottarone, anche se al momento la Procura non può né escludere né confermare che il “forchettone” fosse in funzione.

COS’È SUCCESSO SUL MOTTARONE

Tutto ciò non spiega comunque il perché il cavo traente controllato nel novembre 2020 dalla prestigiosa e seria multinazionale “Leitner” si sia tranciato di colpo: mancavano 5 metri all’arrivo, con il cancelletto già aperto dall’operatore sulla vetta del Mottarone. A quel punto, spiega la procura di Verbania, la fune traente si stacca, quella portante rimane solida ma la cabina inverte il senso di marcia e comincia a scivolare velocissima verso valle; lì il sistema di freno dovrebbe entrare in funzione ma non avviene e la cabina si sbatte contro il primo pilone incontrato e con l’urto viene sollevata e fatta precipitare per oltre 20 metri sui boschi ripidi verso Stresa. L’esito tragico, purtroppo, lo conoscono tutti.