Ha fatto il suo esordio il fuorigioco semiautomatico, meglio noto come SAOT, acronimo di Semi-Automated Offside Technology. Si tratta di una tecnologia, che, come facilmente intuibile, è specializzata nel rilevare le posizioni di offside, ed è assolutamente d’attualità alla luce del pasticcio di Juventus-Salernitana. Il SAOT è già stato applicato sul finale della sfida fra il Borussia Dortmund e il Copenaghen, intervenendo sulla rete del possibile tre a uno realizzata dai danesi, poi annullata circa un minuto dopo grazie all’intervento della tecnologia.



Il compito è quello di assistere lo staff arbitrale nell’individuare le posizioni di off-side più complicate, soprattutto se non vi sono a disposizioni immagini che possano fare chiarezza, o quando neanche il VAR riesce a dire con certezza se si tratti di fuorigioco o meno. In ogni caso toccherà al direttore di gare dire l’ultima parola, ma l’aiuto sarà molto importante, soprattutto per una scelta più rapida e per far diminuire così i tempi morti delle partite.



SAOT, FUORIGIOCO SEMIAUTOMATICO: ATTESO ANCHE IN SERIE A

Il fuorigioco semiautomatico sfrutta delle telecamere appese ai tetti degli impianti e che seguiranno le posizioni dei vari giocatori, inviando 50 diversi fotogrammi al secondo; un sistema di tracciamento che agirà in sinergia con un microchip inserito nel pallone, e che attraverso un software elaborerà tutte le immagini in tempo reale, restituendo quindi informazioni utili ai fini di capire con certezza se sia offside o no.

Il Saot ha fatto il suo debutto in occasione della sfida di Supercoppa Europea fra Real Madrid ed Eintracht di Francoforte, e verrà utilizzato in occasione del campionato del mondo di calcio in programma fra due anni in Qatar. Per quanto riguarda i campionati di calcio nazionali, invece, in Inghilterra, tradizionalmente dei “puristi”, toccherà ai vari club votare per decidere la sua introduzione, mentre in Italia, alla luce proprio del famoso episodio di Candreva, l’iter di approvazione potrebbe essere molto più breve.