Svolta nel caso dell’omicidio di Fuorigrotta, dove Mario Palma è stato ucciso con 90 coltellate. Il Dna incastra il pronipote dell’81enne. A poco più di due mesi da quell’efferato delitto, i carabinieri del nucleo operativo di Bagnoli, con i colleghi del reparto investigazioni scientifiche, hanno chiuso il cerchio attorno al presunto assassino. I militari del comando provinciale di Napoli, come riportato dal Mattino, hanno notificato a Massimo De Solda un decreto di fermo firmato dai sostituti Roberta Simeone e Antonella Lauri in cui si ipotizza il reato di omicidio aggravato dalla crudeltà.



Nella contestazione è ricostruita la furia assassina del 28enne, il quale ha sferrato «colpi in numero eccedente a quelli necessari a cagionare la morte e inferti con violento accanimento al solo fine di sfregiare il viso ed infliggere sofferenze al Palma, colpito al volto, al collo e alla testa complessivamente da 90 fendenti». L’indagine è stata complessa e accurata, supportata da una nuova tecnica scientifica sul Dna. Infatti, per la prima volta un assassino in Italia viene scoperto con i campioni tipizzati nella Banca dati nazionale dei codici genetici.



OMICIDIO FUORIGROTTA: ANCORA NON CHIARO IL MOVENTE

Massimo De Solda – già noto alle forze dell’ordine perché coinvolto in passato in questioni di droga, arrestato per spaccio e ferito nel 2017 in un agguato riconducibile alle faide tra cosche criminali – era entrato nella casa al primo piano di via Gigante, alla Loggetta, a Fuorigrotta, facendosi aprire la porta dal prozio Mario Palma, che gli aveva anche offerto un caffè. I due hanno anche fumato delle sigarette. Questo materiale si è rivelato fondamentale per risalire all’identità del giovane. Secondo il Mattino, quella visita forse era legata alla ricerca del denaro che l’81enne custodiva nella tasca di un giubbotto e in una specie di cassaforte incassata nella parete della camera da letto. La discussione sarebbe degenerata in cucina.



Forse Massimo De Solda ha chiesto denaro che gli è stato negato, forse era già intenzionato ad uccidere il prozio. Di fatto, c’è stata una mattanza. In base a quanto ricostruito, il giovane è andato in bagno per lavarsi del sangue che gli era schizzato sul viso e sui vestiti. Non si esclude che si sia ferito durante la colluttazione iniziale con Mario Palma. La svolta è arrivata grazie alle tracce lasciate dal presunto assassino di Fuorigrotta. Fondamentali sono stati i riscontri del Dna, in particolare un’impronta del pollice di Massimo De Solda, lasciata su un bicchiere di plastica per il caffè bevuto nella cucina della vittima.