Siamo ancora in alto mare per quanto riguarda la campagna vaccinale, ma già abbiamo a che fare con i “furbetti del vaccino”. Le polemiche riguardano le circa 400mila persone a cui sarebbe già stato somministrato pur non essendo sanitari. In questa platea non ci sono solo amministrativi, che pure rientrano tra le priorità, ma anche medici in pensione e congiunti, che si sono giustificati spiegando che era avanzata una dose già scongelata e che quindi è stata inoculata per non farla scadere. Una scusa inaccettabile, visto che le Asl devono avere già pronti gli elenchi quotidiani delle riserve. Il problema, però, è un altro. Il piano vaccini non è legge, infatti i Nas stanno indagando senza ipotesi di reato al momento, come ricostruito dall’HuffPost.
Una vicenda delicata che peraltro smentisce quanto dichiarato dal commissario straordinario all’emergenza Covid Domenico Arcuri, secondo cui il piano è stato approvato dal Parlamento, quindi le priorità non possono essere modificate. Le cose infatti non stanno così.
FURBETTI VACCINO? MA CI SONO SOLO LINEE GUIDA…
Il Parlamento, in realtà, il 2 dicembre ha approvato solo una risoluzione alle comunicazioni del ministro della Salute Roberto Speranza, di cui ha preso atto anche la Conferenza Stato Regioni. Il piano vaccinale finisce in una legge il 30 dicembre, quando c’è stata l’approvazione della manovra di bilancio. Ma una manovra finanziaria non può regolarlo. Non a caso, come evidenziato dall’HuffPost, al comma 457 è scritto che «il ministro della Salute adotta con proprio decreto avente natura non regolamentare il piano strategico nazionale dei vaccini». La legge di Bilancio, dunque, rimanda ad un successivo decreto attuativo, che è stato pubblicato solo il 28 gennaio. Ma è un decreto non regolamentare, che altro non è che il pdf del 12 dicembre in cui sono indicate solo le linee guida. Parliamo di raccomandazioni, con le Regioni che dettagliano autonomamente le categorie. Alcuen hanno escluso i medici di famiglia dalla prima fase, altre includono i medici in pensione, come la Puglia, che però in Sicilia vengono definiti “furbetti del vaccino”.
Tutti hanno diritto al vaccino, le priorità sono solo linee guida, quindi che danno viene arrecato? Nelle linee guida non si parla della scorta del 30% di dosi per il richiamo, non ci sono neppure indicazioni su coloro che hanno contratto il coronavirus negli ultimi sei mesi, che potrebbero posticipare la dose. Ma HuffPost evidenzia un altro giallo, quello del bando delle primule, in cui c’è un riferimento al paragrafo nove del piano vaccini che però nel decreto non esiste.