Furfari: “Politica energetica vittima di contrattazione”

Samuel Furfari, ingegnere chimico e professore, ha parlato sulle pagine de La Verità della decarbonizzazione, schierandosi fortemente contro la scelta dell’Europa: “La politica energetica è vittima di una politica di contrattazione ideologica che si chiama transizione energetica. Abbiamo trascurato la sicurezza dell’approvvigionamento energetico, che era il pilastro della politica energetica fino e durante il periodo di Romano Prodi in Commissione Ue. Poi l’ideologia della decarbonizzazione a tutti i costi (intorno al 2015) ha preso il sopravvento. Peggio ancora, si diceva che i costi della decarbonizzazione sarebbero stati bassi, ma vediamo che è successo il contrario, com’era da attendersi visto che la quota dei combustibili fossili è del 75% nella Ue e dell’85% a livello mondiale. In Germania essi rappresentano ancora il 70%”.



Secondo l’esperto, con la guerra in Ucraina il mondo sta aprendo gli occhi su quello che realmente è importante in termini energetici, ossia il consumo di combustibili fossili: “La guerra in Ucraina sta finalmente rivelando all’opinione pubblica e ai politici uno dei punti cruciali della politica energetica: l’energia più importante in termini di volume è quella fossile. Ed è per questo che le centrale elettriche a carbone riaprono. Il consumo di combustibili fossili rimarrà cruciale per molto tempo”.



Furfari: “I governi devono reagire”

Sulle pagine de La Verità, Samuel Furfari ha proseguito spiegando che sono i governi a dover reagire per mettersi contro all’Europa stessa, che da tempo promuove la decarbonizzazione: “Sono i governi a dover reagire, perché non riesco a immaginare che la Commissione europea sia in grado di ammettere i propri errori, convinta che la decarbonizzazione sia necessaria “per salvare il pianeta”. Per la presente Commissione, l’abbandono dei combustibili fossili e dell’energia nucleare è la sua ragion d’essere. Se vogliamo seguire il pensiero dei lungimiranti politici di allora, i governi dovrebbero abbandonare tutti i negoziati Verdi degli ultimi due decenni. Allora, per rispondere alla sua domanda, a mio avviso si dovrebbe: in primo luogo, promuovere lo sfruttamento delle risorse petrolifere e di gas dell’Europa, comprese quelle di gas di scisso”. 



Tra le strade percorribili, secondo l’esperto, c’è quella di “Abbandonare la decarbonizzare inutile, irrealistica e costosa, tanto il resto del mondo non segue l’Ue. Poi, mantenere il funzione tutte le centrali nucleari esistenti; come quarto punto, riavviare lo sviluppo del nucleare, come previsto dal Trattato Euratom, perché l’insieme del mondo avrà sempre più bisogno di elettricità e non possiamo lasciare questo futuro ampio Russia, Cina e Stati Uniti. Infine, abbandonare la politica tedesca di promozione dell’idrogeno a fini energetici”.