E’ dallo scorso 30 maggio che non si sa più nulla del furto avvenuto nella parrocchia di Gesù Divin Lavoratore a Verona, dove si trovava di passaggio per alcuni giorni nel corso di una serie di ostensioni in molte chiese italiane, di una copia della statua della Madonna di Fatima. Due persone, riprese con le telecamere di sorveglianza, si sono impossessate della corna che cingeva il capo, del rosario d’oro nelle mani della Madonna ma soprattutto di due reliquie, pezzetti di vestiti appartenuti a due dei pastorelli di Fatima. Il parrocco, don Andrea Ronconi, che ancora oggi chiede ai ladri di restituire il furto, ha detto che il valore economico è minimo, al massimo mille euro. Quello che è altissimo dal punto di vista della fede è il furto delle reliquie. Secondo David Murgia, con cui abbiamo parlato del caso, autore e conduttore del programma televisivo Vade retro e di Indagine ai confini del sacro in onda su TV2000, le ipotesi dietro a questo caso sono diverse. “Come dimostrano casi analoghi, come il furto della reliquia di San Giovanni Paolo II in Abruzzo, poi gettata via dagli stessi ladri, spesso chi ruba reliquie se non lo fa per fini sacrileghi cioè satanici, lo fa sperando in un riscontro economico”. Valore economico che però è sempre piuttosto basso: “Il valore aggiunto a questi oggetti lo dà Internet, che è quello che deve allarmare in casi come questo”. Esiste infatti, ci spiega, un vero mercato delle reliquie: “La reliquia di cui parliamo vale poco, è un pezzetto di parte del corpo di due dei pastorelli, tra l’altro non sappiamo neanche se è stata autentificata perché esiste una procedura di autenticazione delle reliquie molto precisa da parte del Vaticano, però è vero che su e-bay e altri siti queste reliquie arrivano a prezzi esorbitanti”. Dice Murgia che poi il fatto che il furto sia avvenuto in Italia non è un caso, in quanto il culto della Madonna di Fatima nel nostro paese, insieme a quello della Madonna di Lourdes, è altissimo, quindi ci può essere interesse economico alto.
LA PISTA SATANICA
Ma chi sono questi personaggi che commerciano in reliquie? “Ci sono due tipi di persone. Chi ha manie di possedere una reliquia è perché vive la fede in modo sbagliato, pensando sia un pezzo di magia. La reliquia non ha niente di magico, tutt’altro. Il secondo tipo di personaggio a seconda chi compra è interessato al contenitore, al reliquiario che però anche questo ha un valore sempre basso. Su Internet si trova di tutto: ho visto che si vendono pezzi falsissimi come un pezzettino della costola di San Giovanni Bosco. Chiedevano 5, 600 euro, ma per far salire il prezzo ci vuole una qualche autentificazione, allora il prezzo sale”. Verona dove è avvenuto il furto, ha il più alto numero di sacerdoti esorcisti in una sola città e ci sono molte storie legate a episodi di satanismo: c’entra qualcosa questa pista con il furto? “Sono tante le città a contendersi la fama di città più satanista d’Italia, sicuramente la regione con più sacerdoti esorcisti è la Sicilia. Verona in realtà non ha una particolari storia di satanismo, forse si vuole considerare quella parte del nord Italia vicina all’influsso giacobino francese e illuministico. La reliquia rubata per fini sacrileghi è molto importante per i satanisti, è importante da profanare perché rimanda alla santità visto che i pastorali di Fatima sono stati canonizzati ufficialmente e quindi profanarla, farci un uso improprio lo dicono gli stessi esorcisti è una pratica di persone dedite al satanismo”. Purtroppo la pista potrebbe essere anche questa.