La fusione nucleare potrebbe fornire energia illimitata o quasi, ma come funziona? La fusione nucleare avviene da sempre, in ogni momento: è quel processo che permette la vita del Sole e delle altre stelle, che produce l’energia che le mantiene vive. Fin dagli anni Sessanta l’essere umano sta cercando il modo di riprodurre questo fenomeno così importante e complesso ma, come riferisce la BBC, gli scienziati statunitensi sembrano essere un passo più vicini a poter realizzare la fusione nucleare.



Poter replicare la fusione nucleare qui sulla Terra, nei nostri laboratori, potrebbe essere una svolta molto importante per l’umanità. Questo processo è da non confondere con la fissione nucleare, che è invece comunemente conosciuta come “energia nucleare” ed è quella che viene impiegata nelle centrali nucleari. La fissione ha il grande svantaggio di produrre scorie radioattive in quantità importanti, che pongono a loro volta il problema dello stoccaggio e della loro conservazione per centinaia di anni. Come illustra la BBC, invece la fusione nucleare produce meno scorie, meno radioattive e quindi capaci di decomporsi più rapidamente. Tra i vantaggi della fusione nucleare, l’indipendenza dai combustibili fossili e la capacità di non produrre alcun gas serra.



Fusione nucleare, quali sono gli ostacoli per produrla e cosa hanno fatto gli scienziati

Per poter realizzare la fusione nucleare, la maggior parte degli esperimenti è partita dall’idrogeno, che si può ottenere con facilità dall’acqua del mare e dal litio, dunque da riserve pressoché illimitate. Ma come funziona questo processo e perché è così difficile da realizzare nei laboratori? La fusione nucleare si realizza quando due atomi leggeri, come appunto quelli di idrogeno, si riscaldano e si combinano per formare un elemento più pesante come l’elio. Questa reazione chimica produce un’enorme quantità di energia, proprio quella che si cerca di ottenere e “catturare”. Lo scoglio principale da superare è che due atomi identici si respingono come i poli positivi di una calamita.



Per “convincere” due atomi dello stesso elemento a combinarsi serve molta energia, che nelle stelle è fornita dalle temperature estremamente elevate e dall’incredibile pressione a cui sono sottoposte le particelle che le compongono. Ricreare queste condizioni in laboratorio è tutt’altro che facile, ma il National Ignition Facility degli Stati Uniti ha annunciato di essere riuscito a utilizzare un laser a 192 raggi per convertire una piccola quantità di idrogeno in una quantità di energia tale da poter alimentare dai 15 ai 20 bollitori. Anche in Europa, nel laboratorio JET del Regno Unito hanno battuto ogni record di quantità di energia prodotta in cinque secondi. Un risultato straordinario mai raggiunto prima che potrebbe aprire la strada all’utilizzo su larga scala della fusione nucleare.