Quest’anno al Meeting di Rimini, l’Associazione Euresis propone all’interno del fitto programma un incontro su uno degli temi più rilevanti nel campo dell’energia.
Alle 21 di questa sera, mercoledì 24 agosto, Carlo Sozzi, ricercatore dell’Istituto per la scienza e tecnologia dei Plasmi del CNR, introdurrà l’intervento di Fernanda Rimini, ricercatrice presso il Culham Centre for Fusion Energy, che ci parlerà degli studi e le scoperte nel campo della fusione nucleare, il processo che accade nei nuclei delle stelle. Ne abbiamo parlato con Carlo Sozzi.
Dottor Sozzi, cosa si intende per fusione nucleare?
Si parla dell’attività di ricerca nata negli anni ’50, che cerca di riprodurre in laboratorio il processo che avviene nel cuore delle stelle. Grazie alle altissime temperature, si ottiene la fusione di elementi leggeri, idrogeno essenzialmente. Questo processo produce energia: si cerca di governare in laboratorio questo processo per avere a disposizione una fonte di energia pulita con caratteristiche interessanti.
Chi sono i protagonisti di questa ricerca e su quale scala?
Essendo un fenomeno estremamente complesso, date le sfide scientifiche e tecnologiche, è una ricerca fortemente integrata a livello internazionale, sia a livello europeo, con un consorzio che si chiama EuroFusion che coordina le attività di ricerca e le simulazioni, sia su scala più ampia considerando paesi extraeuropei, come Stati Uniti, Russia, Cina, Giappone, India e Corea del Sud, che insieme stanno costruendo il prototipo di reattore che andrà in funzione nel prossimo decennio e che dovrebbe dimostrare il guadagno energetico del processo.
Quali sono stati i passi fondamentali fino a oggi e quali sono le prossime tappe nella ricerca?
Se vogliamo dirne un paio, sicuramente la prima è stata l’invenzione del Tokamak, questo dispositivo di confinamento magnetico, capace di contenere il gas ad altissima temperatura per consentire il processo di fusione, inventato dagli scienziati russi all’inizio degli anni ’60 e che di fatto è diventato la via di ricerca dominante per il confinamento magnetico. Altri passi recenti sono gli esperimenti avvenuti a JET lo scorso anno, in cui per la terza volta nella storia è stato utilizzato il combustibile adatto per la fusione nucleare, dimostrando di fatto che è possibile mantenere in equilibrio la reazione per un tempo sufficiente e, anche considerando un’altra linea di ricerca, un esperimento sempre dell’anno scorso negli Stati Uniti, presso la National Fusion Facility, sono state raggiunte le soglie del processo di guadagno energetico con un’altra configurazione di confinamento, il confinamento inerziale. Il prossimo passo che stiamo aspettando è la messa in funzione del reattore ITER, gestito da questo consorzio internazionale, che per la prima volta avrà le dimensioni e le caratteristiche sufficienti per andare in guadagno energetico. Questo avverrà nel prossimo decennio.
Che impatto avrà questa ricerca nell’ambito dell’energia?
La fusione nucleare è una fonte di energia sostanzialmente pulita con combustibile largamente disponibile, questo contribuisce a risolvere due problemi fondamentali della crisi energetica. Per quanto riguarda l’effettiva disponibilità, il tempo è sulla scala dei decenni, per cui sarà effettivamente operativa e disponibile sul mercato verso la fine di questo secolo. Sicuramente è un progetto a lungo termine, d’altra parte promette di essere una sorgente di energia dalla durata molto lunga nella storia dell’umanità, grazie alla grande abbondanza di combustibile.
(Andrea Caprotti)
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