Dopo aver dimostrato di poter produrre una reazione di fusione nucleare in grado di rilasciare più energia di quella consumata, gli scienziati del National Ignition Facility (Nif), in Usa, sono riusciti a replicare il fenomeno noto come “accensione” più volte. L’impianto laser, che ha le dimensioni di uno stadio e si trova al Lawrence Livermore National Laboratory in California, ha raggiunto l’obiettivo in quattro dei sei tentativi. Ha creato una reazione che genera pressioni e temperature ben superiori a quelle che si registrano all’interno del Sole. L’impianto non è stato progettato come centrale elettrica, ma per ricreare e studiare le reazioni durante le detonazioni termonucleari dopo che gli Usa avevano interrotto i test di armi sotterranee nel 1992. I risultati ottenuti con la fusione sono stati già usati, però, per far progredire la ricerca sulle armi nucleari, ma hanno anche alimentato l’entusiasmo di chi punta alla fusione come fonte illimitata di energia pulita.



Il National Ignition Facility spara 192 raggi laser su una pallina congelata di isotopi dell’idrogeno, deuterio e trizio, contenuta in una capsula di diamante sospesa in un cilindro d’oro. L’implosione causa la fusione degli isotopi, creando elio ed energia. Il primo record era stato raggiunto nel dicembre 2022, quando per la prima volta queste reazioni di fusione hanno prodotto più energia (+54%) dei raggi laser inviati al bersaglio. Ma è stato infranto il 30 luglio scorso, quando è stato registrato un aumento dell’89% rispetto all’energia in ingresso. Altri due tentativi, a giugno e settembre, avevano generato un’energia leggermente superiore a quella prodotta dai laser, ma non sufficiente a confermare l’accensione.



FUSIONE NUCLEARE, LE PROSPETTIVE PER L’ENERGIA ELETTRICA

La strada per fornire energia da fusione nucleare alla rete elettrica è ancora lunga e il National Ignition Facility (Nif) non è adatto a questo compito, perché il sistema laser è inefficiente è oltre il 99% dell’energia che viene impiegata in un singolo tentativo di accensione viene persa prima di raggiungere il bersaglio. Per questo si stanno sviluppando sistemi laser più efficienti. Questo è uno degli obiettivi del nuovo programma di ricerca del Dipartimento dell’Energia Usa sull’energia di fusione inerziale. L’agenzia questo mese ha annunciato che sono stati erogati 42 milioni di dollari in quattro anni per la creazione di tre nuovi centri di ricerca, ognuno dei quali coinvolge laboratori nazionali, ricercatori universitari e partner industriali.



Secondo Carmen Menoni, fisica che dirige l’hub presso la Colorado State University, è un primo sforzo per coordinare le tecnologie e la forza lavoro per una futura industria della fusione laser. «La decisione di intraprendere questa strada non sarebbe stata presa senza il recente successo del Nif – ha dichiarato, come riportato da Metro -. Ora, anche se ci vorrà del tempo per sviluppare la tecnologia a un livello tale da poter costruire una centrale elettrica, sappiamo che funzionerà».