Global Tax: c’è l’accordo dei ministri delle Finanze e Governatori sulla tassazione delle multinazionali. Dopo due giorni di riunioni, incontri e trattative, dal G20 di Venezia arriva l’ok ad un’imposta unica planetaria che imporrà alle multinazionali, a partire dai colossi del web come Google & C., il pagamento di una aliquota minima del 15% e di pagare le tasse, non più nei “comodi” paradisi fiscali, ma nei paesi “market“, dove sviluppano effettivamente il fatturato. La misura, che enterà in vigore a partire dal 2023, potrebbe generare a livello mondiale un gettito di 150 miliardi di dollari.
Nel comunicato finale del G20 di Venezia si legge: “Abbiamo raggiunto un accordo storico per un sistema fiscale internazionale più stabile e giusto“. “Continueremo a sostenere la ripresa – dichiarano i protagonisti del summit – evitando qualsiasi ritiro anticipato di misure di sostegno, pur rimanendo coerenti con i mandati della Banca centrale, anche in materia di stabilità dei prezzi, e preservare la stabilità finanziaria e la sostenibilità di bilancio a lungo termine e salvaguardarla dai rischi di ribasso e ricadute negative“. “Continueremo – prosegue il documento – la nostra cooperazione internazionale per guidare l’economia globale verso una crescita forte, sostenibile, equilibrata e inclusiva. Confermiamo i nostri impegni di aprile sui tassi di cambio. Riaffermiamo l’importante ruolo di un commercio aperto ed equo basato su regole per ripristinare la crescita e la creazione di occupazione creazione e il nostro impegno a combattere il protezionismo e incoraggiare sforzi concertati per riformare il Wto“.
GLOBAL TAX, MINISTRO FRANCO: “ACCORDO STORICO”
Grande soddisfazione è stata espressa dal ministro dell’Economia italiano, Daniele Franco, che ha parlato di “accordo storico” perché “per la prima volta fissiamo regole per la tassazione delle grandi multinazionali“. La tassazione, secondo Franco, “dovrebbe ridurre i margini per la concorrenza fiscale e portare a un sistema impositivo mondiale più equo e più coordinato”. Con l’accordo, ha spiegato Franco, “la concorrenza fiscale non viene abolita ma in qualche modo regolata“. Il ministro ha aggiunto che si intende “implementare a fine ottobre“, a livello del G20 dei leader di Governo, i meccanismi concordati.
A commentare l’intesa raggiunta anche il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, che ha spiegato che il prossimo passo sarà il G20 finanze di Washington a ottobre, dove “dovremo definire gli ultimissimi parametri di questa nuova architettura fiscale“. In particolare ci si concentrerà sulla quota degli utili delle multinazionali da riallocare ai Paesi dove queste effettivamente svolgono le proprie attività. In questo senso, ha spiegato Le Maire, “il 20% non sembra abbastanza, il 30% potrebbe essere troppo, dunque la proposta francese è raggiungere un consenso al 25%“. Quanto all’aliquota minima globale, “credo fortemente che il 15% non sia abbastanza, dobbiamo fare di più e la Francia, con alcuni partner rilevanti del G20, punta a più del 15%“. Le Maire ha confermato l’obiettivo che l’accordo globale diventi efficace al massimo entro il 2023, e che la Francia “rimuoverà la sua tassa nazionale sui servizi digitali non appena l’accordo sarà implementato a livello Ocse diventando efficace“.